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  • Del Piero e il ritorno alla Juve: la chiamata di Ferrero e il rischio di un ruolo di potere

    Del Piero e il ritorno alla Juve: la chiamata di Ferrero e il rischio di un ruolo di potere

    L'Allianz Stadium lo ha acclamato quasi con un grido disperato di aiuto e Alesandro Del Piero anche questa volta ha risposto presente, salutando il pubblico della sua Juve e mostrandosi vicino a loro in un momento così delicato per la società bianconera a livello giudiziario. Eppure il ritorno dell'ex-capitano nei ranghi di quella che è stata la sua casa ancora è più lontano di quanto non si pensi, nonostante le voci che si rincorrono e che lo rivogliono con un ruolo decisionale all'interno della società oggi guidata non più da Andrea Agnelli (che lo ostracizzava) bensì da John Elkann e dai suoi uomini.

    I CONTATTI - Già nei primi giorni di dicembre, poco dopo le dimissioni dell'intero cda a capo di Agnelli e con l'insediamento del nuovo presidente in pectore Gianluca Ferrero, la chiamata all'ex capitano dal nuovo numero 1 della Juve arrivò chiara e diretta: "Torna". L’idea di allora, riporta il Corriere della Sera era quella di fargli prendere il posto di Pavel Nedved, da vice-presidente tra uffici, cda e e spogliatoio.

    ANCORA LONTANI - Del Piero è tornato a Torino per il raduno delle accademy giovanili di tutto il mondo (e lui è a capo di quella di Los Angeles) e non per riavvicinarsi a un ruolo dirigenziale. Almeno per il momento, perché di passi avanti per un ritorno in società non ce ne sono stati. Anche perché in mesi complicati di redazioni di bilanci sotto osservazione, di processi sportivi e soprattutto penali, assumere un ruolo di responsabilità e decisionale potrebbe rappresentare un rischio oggi inutile. La voglia di Del Piero c'è, quella della Juve anche, ma le incertezze societarie, per ora, rappresentano un incognita ancora troppo grossa.

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