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  • Di Vaio:| 'Crescere. Ma in fretta'

    Di Vaio:| 'Crescere. Ma in fretta'

     

     Il Bologna timido timido (eufemismo) dell’Olimpico non è piaciuto nemmeno a lui. “Ma per questa sconfitta ci sono delle attenuanti”, frena i processi del giorno dopo Marco Di Vaio.

    Il capitano rossoblu stringe mani, firma autografi e si prende una robusta dose di applausi quando dopo pranzo sbarca a San Pietro in Casale, nel giorno in cui il Comune della Bassa bolognese, in un tripudio di tifosi ed ex big del pallone (da Capello a Zoff, da Rivera a Suarez) intitola il proprio centro sportivo a Giacomo Bulgarelli.

     

    “Per me è un grande onore indossare la fascia che è stata al braccio di un calciatore e di un uomo come Bulgarelli”, scolpisce SuperMarco parlando al microfono. Un onore e un onere. E così nel lunedì in cui il Bologna si lecca le ferite dopo le tre scoppole rimediate all’OlimpicoDi Vaio rilegge l’inattesa battuta d’arresto con la Lazio cercando un’utile via d’uscita. “A qualcuno il Bologna non è piaciuto?”, ha premesso il capitano rossoblu giocando d’anticipo:“Nemmeno a noi il Bologna è piaciuto: del resto quando si rimedia una sconfitta significa che non tutto è filato per il verso giusto. Resto della mia idea: se alla Lazio non avessimo regalato il primo gol, probabilmente la partita sarebbe finita 0-0”. Di Vaio picchia sul tasto del cambio di passo a livello di mentalità, invocato dal presidente Porcedda: “Cambiare mentalità è anche quello che ci chiede l’allenatore. Stiamo lavorando su questo aspetto, sicuramente dobbiamo migliorare la fase offensiva. Certo è che dobbiamo crescere e che per farlo dovremo accelerare i tempi, perché si gioca ogni domenica e ogni domenica c’è un esame da superare”. Quanto al flop con la Lazio, è fuorviante chiamare in causa una spiegazione atletica: “Noi stanchi? Non tiriamo in ballo queste cose”. Stanchi no, di sicuro rinunciatari: “Concordo: abbiamo creato davvero poco”. Dipende dai tempi fisiologici necessari per assimilare i nuovi schemi, è la tesi del capitano rossoblu, ma anche dal livello di fiducia in se stessi. “Siamo una buona squadra e dobbiamo lavorare a livello mentale per far crescere la nostra autostima”. In questo la tesi di Di Vaio combacia perfettamente con quella del presidente Porcedda.

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