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  • Romamania: Monchi, quanti 'rottami' pagati a peso d'oro: ora non ha più soldi da spendere

    Romamania: Monchi, quanti 'rottami' pagati a peso d'oro: ora non ha più soldi da spendere

    • Paolo Franci
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    Avete presenti quei video in cui si vedono i palazzi che vengono giù con le esplosioni controllate? Una serie di botti, l'enorme nuvola di polvere e non c'è più nulla. Ecco, più o meno, magari un po' esagerando, la metafora c'è. La Roma è crollata e capirne i perchè non è semplice, anzi. O forse siamo alle solite, al Grande Classico Romanista. Ogni volta che sembra l'anno buono per la svolta, puntuale arriva, se non il crollo, il ridimensionamento. Nell'attuale noir trigoriano, dopo il derby vinto nettamente e il trionfale primo posto in Champions - era la fine di novembre, non due secoli fa - è arrivato prima il ridimensionamento, poi il crollo.

    Dopo la sconfitta di Madrid, la fesseria di De Rossi a Genova porta ad un pari pieno di rimpianti. Poi la vittoria con la Spal in 10 per 80 minuti e il primo posto in Champions grazie allo striminzito successo col Qarabag. Sono sintomi: c'è qualcosa che non va. Arriva il pari con il Chievo, scricchiolio che prelude al crollo, poi l'1-0 contro il Cagliari con il contestato gol di Fazio. E siamo allo schianto: fuori dalla Coppa Italia con il Toro, il ko con la Juve, il pessimo pari con il Sassuolo, il caso Nainggolan - e non si venga a raccontare che la Roma abbia perso perchè non c'era lui, presente nelle altre brutte esibizioni...- e lo psicodramma contro l'Atalanta che vince a Roma in dieci per tutto il secondo tempo. E così, addio lotta scudetto, addio Coppa Italia, piazza Champions a rischio e sorpasso della Lazio in classifica, una cosa che da queste parti ha il suo sacrosanto valore.

    Assumersi le proprie responsabilità ora è d'obbligo. Al primo posto, piazzo il ds Monchi. Ha comprato giocatori infortunati a peso d'oro (Schick e Karsdorp), inutili (Moreno), inutili e costosi (Defrel, alla luce del successivo acquisto di Schick e, in parte anche Under), insufficienti (dispiace, ma devo citare Gonalons, che pure si impegna al massimo), azzeccando solo il colpo Kolarov, detto che stiamo parlando di un giocatore che non aveva bisogno del bollino di garanzia. Ci vorrebbe un robusto intervento nel mercato di gennaio - terzino destro, centrocampista di qualità, attaccante esterno - ma lo stesso Monchi, che non ha saputo sostituire adeguatamente Salah, Rudiger e Paredes,  ha detto che di grana non ce n'è e bisogna fare con quel che c'è a Trigoria, a meno che qualche giocatore in uscita (Bruno Peres? Gonalons? Moreno?) non riempia lo smunto portafogli.

    Alla lunga, la mancanza di ricambi affidabili ha pesato e non poco sulla gestione di di Francesco, che sembra aver imboccato un tunnel fosco, sia dal punto di vista tattico che di comunicazione. Di Schick, dopo il Sassuolo ha detto: “Non gli riescono neanche le cose facili”, non il massimo da dirsi su un giovane in crisi, dal punto di vista psicologico. “Ho avute delle risposte, devo fare delle valutazioni su chi affidarmi, paradossalmente con meno turnover abbiamo fatto peggio”, ha spiegato dopo il ko con l'Atalanta e, quindi, qualcuno finirà in castigo. DiFra ha reagito con i fogliettini e i dati a chi diceva come la squadre sembrasse stanca. Ma la sua Roma pare davvero sulle ginocchia, spezzata in due come una nave sulla scogliera, con un centrocampo imbarazzante in alcuni uomini di pedigree come Gonalons e, soprattutto, Strootman. Quest'ultimo, un fantasma da diverso tempo. Come ripartire? Testa bassa e lavorare, dice DiFra, mentre a Roma c'è già chi invoca l'arrivo di Ancelotti-

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