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  • Donnarumma ha il diritto di lasciare il Milan: basta massacrare lui e Raiola

    Donnarumma ha il diritto di lasciare il Milan: basta massacrare lui e Raiola

    • Stefano Agresti

    La questione del rinnovo di contratto Donnarumma-Milan diventa ogni giorno più chiacchierata. Normale, visto che si tratta di un fenomeno assoluto: il Maradona dei portieri, lo ha definito il suo procuratore Raiola, e la definizione ci sta anche se noi abbiamo già avuto un Diego tra i pali, ovvero Buffon.

     

    Le pressioni su Donnarumma, in queste settimane, sono state fortissime. C’è chi ha scelto la mozione degli affetti: vuole bene al Milan, ha baciato la maglia, se andasse via sarebbe un traditore. C’è chi l’ha messa sul piano della riconoscenza, come se Gigio fosse diventato un grande portiere solo o soprattutto grazie al club rossonero anziché alle sue qualità. C’è chi gli ha fatto i conti in tasca, “sono forse pochi tre milioni l’anno per un diciottenne?”, perché fare i fenomeni con i soldi degli altri è sempre facile. E c’è anche chi si è lanciato contro Raiola, il quale avrebbe intenzione di portare il ragazzo non dove quest’ultimo desidera ma dove vuole lui per guadagnare di più. Poi è rimbalzata la voce secondo cui il Milan avrebbe minacciato il portiere: o firmi o stai un anno fuori squadra.

     

    Comprendiamo l’amore dei tifosi per il Milan, così come la voglia dei nuovi dirigenti di costruire una squadra fortissima: per tutti Donnarumma è un elemento fondamentale, uno che bisogna trattenere assolutamente in rossonero. Ci sembra, però, che si stia andando ben oltre il limite del buon gusto e anche delle regole, dimenticando un particolare nient’affatto irrilevante: questo ragazzo ha il sacrosanto diritto - se lo riterrà opportuno - di lasciare il Milan. Così dicono le leggi, i regolamenti e i contratti.

     

    Ciascuno di noi, a maggior ragione se ragazzino, avrebbe un dubbio feroce al posto di Donnarumma: rimanere al Milan o andarmene in uno dei top club che mi stanno cercando? Da una parte della bilancia: l’amore per la maglia, una società che ormai è la tua famiglia, un ambiente che conosci alla perfezione, una dirigenza ambiziosa e in cerca di rilancio. Dall’altra parte: un club oggi indiscutibilmente più solido e forte, maggiori possibilità di vincere, una valanga di denaro, un’esperienza affascinante in un mondo nuovo. E’ davvero così facile scegliere il Milan? A noi non sembra.

     

    L’auspicio è che Donnarumma rimanga in rossonero, ovviamente, anche perché un campione così dà lustro al nostro campionato. Se però deciderà di andarsene, non facciamolo passare per quello che non è: rispettiamone la scelta, anche se non la condividiamo o se - è il caso dei tifosi milanisti - ne soffriremo. E non scagliamoci contro Raiola: non abbiamo particolare simpatia nei suoi confronti, spesso anzi ci sembra che vada sopra le righe, ma di mestiere fa l’agente di calciatori e non il tifoso del Milan.


    Tra l'altro, perché far passare Gigio per un burattino nelle mani del suo procuratore? A dire l'ultima parola, alla fine, saranno il ragazzo e la sua famiglia. In fondo Donnarumma è abituato a prendersi responsabilità importanti, anche se ha appena diciotto anni: in campo lo fa ogni cinque minuti.

    @streagresti
     


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