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  • Roma, Dybala al matrimonio dei Maneskin (saranno a Sanremo): a Milano Naska fa la cresta come Belotti

    Roma, Dybala al matrimonio dei Maneskin (saranno a Sanremo): a Milano Naska fa la cresta come Belotti

    • Vanni Paleari
    Non esiste pubblicità negativa: basta che se ne parli, nel bene o nel male. Rush! è il nuovo album dei Maneskin uscito oggi con 17 brani, alla faccia della scaramanzia. La rivista statunitense The Atlantic giudica le loro canzoni "riciclate e mediocri", attribuendo il loro successo a "un'esposizione mediatica memorabile. Questa è la band che dovrebbe salvare il Rock and Roll?". 
    In Italia il maestro Uto Ughi definisce i "Maneskin un insulto alla cultura e all'arte, urlano e basta". 

    Intanto ieri sera Spotify Global ha organizzato un grande evento per il lancio del nuovo album. Damiano, Thomas, Ethan e Vittoria hanno inscenato il loro matrimonio al Palazzo Brancaccio di Roma. Tra i vip presenti anche Fedez, Manuel Agnelli, Machine Gun Kelly, Baz Luhrmann, Paolo Sorrentino, Sabrina Impacciatore, Fletcher Donohue, Benedetta Porcaroli, Cathy La Torre, Floria Sigismondi e due calciatori della Roma: il capitano Lorenzo Pellegrini e l'attaccante argentino Paulo Dybala. Intanto Amadeus ha annunciato la presenza come ospiti al prossimo Festival di Sanremo dei Maneskin, vincitori nell'edizione 2021. 

    Nel frattempo al Base di Milano si è esibito in un concerto unplugged Naska, che ha reinterpretato in chiave acustica i brani dell'album "Rebel"
    come aveva già fatto mercoledì e farà ancora stasera. Domenica e lunedì l'appuntamento è al teatro studio Borgna di Roma, martedì al teatro Rossini di Civitanova Marche (la sua terra d'origine), giovedì al cinema teatro Maffei di Torino e infine all'Hall di Padova il prossimo venerdì 27 gennaio. Quando è attesa l'uscita del suo nuovo singolo, mentre oggi è uscita un featuring con Lo Stato Sociale: "Che benessere!?". Il concerto di ieri si è chiuso con una versione a cappella di "Punkabbestia", nel cui video era nudo nel fango in mezzo alle pecore. Il testo inizia con "io non c'ho la testa, io non c'ho la cresta". E cantando questo pezzo Naska muove le dita della mano aperta sopra il capo, come fa il "Gallo" Belotti quando segna un gol. 

    Diego Caterbetti (classe 1997, in arte Naska) non è il genere di artista che non vuole spiegare le proprie opere. Anzi, tra una canzone e l'altra racconta la sua propria vita. Ormai 5 anni fa, appena maggiorenne, si trasferisce dalle Marche a Milano per inseguire il sogno di fare musica. Lavora prima come commesso in un negozio d'abbigliamento, ma viene licenziato dopo qualche mese; poi in uno showroom di moda e in un ufficio. Una storia d'amore, poi diventata tossica e finita, lo salva dall'autodistruzione della "sregolata vita da rockstar senza essere una rockstar" e lo ispira a scrivere diverse canzoni. Nel 2020 ha aperto un canale su Twitch per autofinanziarsi la musica, poi l'album Rebel e il primo tour estivo hanno segnato la svolta nella carriera. Naska si è lanciato in una missione molto affascinante: rilanciare il pop punk rock italiano. Le sue fonti d'ispirazione straniere sono gruppi come i Blink 182, i Green Day e i Sum 41. Le premesse sono ottime. 

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