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  • E' il Milan di Maldini: Leao come Gullit a Napoli, ma che problema l'euroderby con l'Inter

    E' il Milan di Maldini: Leao come Gullit a Napoli, ma che problema l'euroderby con l'Inter

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Quando 3 anni fa Ibra parlava di scudetto, tutti lo prendevano per matto. Torniamo lì. Al termine della stagione in cui, tra mille problemi e mille peripezie, era nato il Milan di Ibra, di Pioli, ma soprattutto di Paolo Maldini. In 3 anni i rossoneri hanno centrato un secondo posto in campionato, hanno vinto il tricolore e adesso si giocano una semifinale di Champions League, traguardo che mancava dal 2007, ultimo anno di grazia dell'epopea berlusconiana. In questi tre anni c'è molto di Paolo Maldini, ma in questo successo ai quarti di finale contro il Napoli, c'è tutto di Paolo Maldini. 

    Lo ha ammesso persino Spalletti, anche se la sua battuta nascondeva l'ironia per i presunti favori arbitrali
    che, a dire del tecnico napoletano avrebbero spinto il Milan in semifinale. Ed è proprio in quelle lamentele scomposte dopo la gara d'andata che si capiva la differenza ambientale e psicologica con cui Napoli e Milan stavano preparando la partita di ritorno. I nervi dei giocatori azzurri avevano già ceduto nel secondo tempo di Milano, quando Anguissa e Kim rimediavano due gialli evitabilissimi che li avrebbero esclusi nel retour match del Maradona. La conferma del fatto che Spalletti e l'ambiente non stessero capendo nulla di come approcciarsi a questo quarto di finale l'ha data proprio il tecnico nel dopopartita. 

    Intanto Maldini e Pioli decidevano di far riposare l'intero 11 titolare a Bologna per preparare al meglio la sfida più importante, un'indicazione chiara, figlia della filosofia societaria espressa da Paolo già prima della sfida contro il Salisburgo. "L'anno scorso abbiamo vinto il campionato, ma la storia del Milan ci impone di tornare a primeggiare in Europa": aveva dichiarato Maldini. Detto, fatto. La chiarezza e la programmazione dell'obiettivo esteso a tutto l'ambiente ha portato a tornare nelle prime 4 d'Europa, di per sé un traguardo insperabile solo tre anni fa. Tutto il Milan, dentro e fuori dal campo, sapeva esattamente cosa doveva fare a Napoli. E non sono serviti nemmeno gli spettacoli pirotecnici notturni sullo splendido lungomare partenopeo per distrarre Pioli e i suoi ragazzi. Il Milan è sceso in campo suonando sullo spartito che conosceva a menadito. 

    La "pax" dell'ultimo minuto tra il presidente del Napoli e gli ultras denotava un altro sintomo di grande insicurezza da parte della società. E l'ostilità così ostentata nei confronti del Milan ricordava il famoso "Non voglio nessuna bandiera del Milan al San Paolo" del compianto Diego Maradona il 1° maggio del 1988. Quel giorno, proprio a Napoli, si consacrò la grandezza del Milan di Sacchi. E per certi versi la partita di ieri sera ha ricordato quella giornata indimenticabile. E non solo per la cavalcata di Leao che, dice bene Costacurta, ci ha riportato alla mente quella di Gullit con assist a porta vuota a Van Basten. Quel giorno di 35 anni fa a Napoli, il Milan ebbe la certezza di essere grande. E probabilmente è la stessa sensazione che ci hanno dato Calabria e compagni ieri sera. Al di là del risultato la squadra di Pioli ha dato l'impressione di avere sempre il controllo della partita. Pur non avendo sempre quello del pallone. 

    Il Milan ha compiuto una grande impresa ad arrivare fino a qui, ma adesso purtroppo ci potrebbe essere un grande problema, che si chiama "euroderby". La particolarità della sfida europea con l'Inter, la tensione e l'importanza storica dell'impegno farà sì che l'eventuale doppia stracittadina costituirà non solo il bilancio della stagione, ma una tappa indelebile nell'ultracentenaria storia del Milan. Esattamente come lo sono stati, nel bene, gli euroderby del 2003 e del 2005. Purtroppo il risultato dell'eventuale euroderby obnubilerà nel bene e nel male questa doppia sfida contro il Napoli, che invece è stata preparata, giocata e vinta alla perfezione, proprio come faceva il Milan di Maldini. 
     

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