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  • Ecco perché il Milan è in vendita

    Ecco perché il Milan è in vendita

    • Gianluca Minchiotti
    Volete la descrizione di un club in vendita? Eccone una: una società che si è appena liberata degli ingaggi più pesanti (Ibrahimovic, Thiago Silva, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Van Bommel, Nesta...) e che si appresta ad alleggerirsi di altri stipendi rilevanti (Robinho? Cassano?); un club che, nel panorama italiano, è quello con il valore maggiore nel mondo, con un patrimonio stimato di 989 milioni di dollari (come riferisce uno studio di Forbes, che colloca i rossoneri al 29° posto nel mondo fra le società sportive di tutte le discipline); un club che fa parte di una galassia (Fininvest) che deve pagare un risarcimento di 540 milioni di euro (Lodo Mondadori).
     
    Volete anche il nome? Naturalmente si tratta del Milan, che proprio alla luce dei tre punti sopra elencati si rende ogni giorno che passa sempre più appetibile per eventuali investitori interessati al suo acquisto (arabi o russi che siano, con i primi in vantaggio). E oltre a questi elementi, c'è un altro fattore che fa pensare che il club di via Turati sia prossimo a una cessione (vedremo se totale o parziale): il prossimo ritorno di Silvio Berlusconi in politica. Lo scorso 20 aprile, quando i rossoneri annunciarono il ritorno del loro storico patron in qualità di presidente onorario, molti tifosi si erano illusi che questo rientro fosse il preludio a un nuovo (e vero) impegno a tempo pieno dell'ex Premier per la società che ha portato sul tetto del mondo. Ma così non è stato: ormai è evidente che Berlusconi è tornato per vendere (i giocatori e, forse, il club), in attesa dell'ormai annunciato ritorno a tempo all'attività politica, per le elezioni legislative del 2013. 
     
    Quello che resterà saranno un dirigente espertissimo ma ormai sul finire della carriera (il quasi 68enne Adriano Galliani), una giovane proprietaria-dirigente che del calcio deve ancora capire tutto (Barbara Berlusconi) e una famiglia, quella del patron, che spinge per ridurre a zero i costi del club. Quel che resterà, di fatto, sarà un club pronto per essere venduto

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