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  • Empolimania: è giusto continuare a parlare di salvezza?

    Empolimania: è giusto continuare a parlare di salvezza?

    • Carlo Alberto Pazienza
    Se fino a qualche settimana fa poteva sembrare una mera provocazione, oggi la domanda diventa più che lecita. Non siamo ancora giunti a metà stagione, il divario dalla zona retrocessione si è ampliato (adesso i punti dal 18° posto sono addirittura 16) ma di matematico, ovviamente, non c’ niente, però una valutazione su quale sia la reale dimensione dell’Empoli versione 2021/2022 forse è necessario farla. Non tanto per lo strabiliante settimo posto, che oggi vede gli azzurri davanti alle romane (la Roma scenderà in campo questa sera), Bologna, Sassuolo, Verona e Torino, ma perchè questa squadra dimostra partita dopo partita di avere qualcosa in più delle formazioni che solitamente sgomitano per restare in Serie A. Dimostra di avere le idee chiare, un gruppo coeso in cui tutti sanno quello che devono fare le fanno bene, che gioca mettendo in campo un’identità ben precisa che non si scompone davanti a niente e nessuno. Altrimenti non si spiegherebbero i successi su Juventus, Fiorentina e ultimo quello di Napoli ieri sera. I risultati sono impressionanti: nelle ultime nove di campionato gli azzurri hanno perso solo con Inter e Verona, cedendo ai veneti solo nei minuti di recupero, portando a casa 3 vittorie in trasferta, due al Castellani e il pareggio con il Genoa, una vittoria sfumata al novantesimo. Da sorpresa la squadra di Andreazzoli si è trasformata in rivelazione e adesso studia per diventare una conferma

    Forse è presto per dire che gli azzurri si salveranno senza difficoltà, ma è anche ingeneroso continuare a parlare di lotta per la salvezza. Sarebbe ingiusto nei confronti di una squadra che si sta guadagnando tutto sul campo, grazie al suo atteggiamento e alla sua voglia di vincere contro qualunque avversario, in qualsiasi momento della gara. A dimostrarlo c’è la partita di ieri sera, dove sicuramente tutti gli episodi hanno girato in favore degli azzurri (due pali del Napoli, diverse parate di Vicario, il gol rocambolesco di Cutrone e quello annullato a Juan Jesus), ma dove la squadra ha anche pressato a tutto campo fino al 90’, non si è abbassata, non ha mai rinunciato alla ripartenza, ha chiuso con due attaccanti puri e un trequartista, Di Francesco, che è più una seconda punta in campo. Andreazzoli ha Napoli ha in un certo senso chiuso un cerchio: nel 2018 fu esonerato proprio dall'Empoli dopo aver incassato una pesante manita al San Paolo. Tre anni dopo le cose sono andate diversamente, sia come risultato sia come impatto della sua filosofia sui risultati ma soprattutto sulla mentalità, della squadra e della società. Quell’Empoli forse era più ricco di talento (Silvestre, Pasqual, Krunic, Traore, Bennacer, Caputo), ma era meno squadra di quello oggi. Ed è proprio questa solidità come gruppo che fa pensare ad obiettivi più alti che la salvezza. Lungi da noi pensare all’Europa, decisamente fuori portata. Più consono darsi come obiettivo chiudere a metà classifica, magari tra il decimo e il tredicesimo posto. Dopo aver raggiunto una salvezza senza affanni e gettando le basi per una continuità di presenza nella massima serie: l’unica cosa che, ad oggi, la società azzurra ha dimostrato non essere in grado di ottenere negli ultimi anni.

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