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  • Era meglio aver a che fare con il Covid piuttosto che vedere i missili su Kiev

    Era meglio aver a che fare con il Covid piuttosto che vedere i missili su Kiev

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Eravamo andati a letto con nelle orecchie le parole che annunciavano la grande notizia. Il Covid, due anni dopo la sua comparsa, era stato debellato o comunque domato. Si poteva tornare alla normalità. Il risveglio non è stato altrettanto sereno. Anzi, le immagini e le notizie in arrivo dall’Ucraina hanno confermato quella che, purtroppo, rimane l’inclinazione dell’uomo. Farsi del male con le proprie mani.

    Stavamo per smettere di indossare la mascherina e Dio non voglia che ci si debba attrezzare per coprirci naso e bocca con qualcosa di più ingombrante ed inquietante. Le guerre si sa come iniziano, ma nessuno è mai riuscito a presagire con esattezza come procedano e come vadano a finire. Quella che la Russia ha deciso di dichiarare e di attuare nei confronti della Repubblica Ucraina è una guerra di fatto spacciata come intervento di “liberazione”.

    L’uomo che ha stabilito di sfidare il mondo occidentale, ignorando le suppliche di Papa Francesco e le mediazioni diplomatiche internazionali, si chiama Vladimir Putin. Ex bullo della periferia moscovita, cintura nera di judo, violento giocatore di hockey su ghiaccio, donnaiolo impenitente, già capo dei famigerati servizi segreti sovietici e infine impostosi “primus sine pares” della Russia. 

    La sintesi di chi sia realmente e di quali siano i suoi progetti strategici planetari lo dice, senza parole, il “tweet” in arrivo dall’Ucraina che ci piace pubblicare. Adolf Hitler che accarezza Putin. Un’immagine, agghiacciante, che mette i brividi per il suo realismo.

    Le intenzioni di Putin sono quelle di ricreare, poco alla volta e con la forza, il modello della Grande Madre Russia. Non quella teorizzata sulla carta e poi fallita nella da Lenin, ma quella degli Zar. L’operazione Ucraina è soltanto il primo passo lungo questa direzione la cui marcia sarà difficile interrompere da parte degli americani e dell’Europa senza dover fare ricorso all'uso delle armi con tutto ciò che di apocalittico significherebbe per il mondo intero una risposta del genere. Potrebbe essere la Cina a giocare il ruolo di ago della bilancia, ma ciò non avverrà semplicemente perché il governo di Pechino non può condannare Putin per la medesima cosa che lui si prepara a fare con Taiwan.

    Intanto i missili piovono sull’Ucraina e i bagliori della guerra si possono intuire in tutto il mondo. Due anni dopo i giorni lunghissimi e drammatici dei coprifuoco e della conta dei morti per una guerra, quella contro il virus, la quale perlomeno era “democratica” perché non risparmiava nessuno e non era frutto della follia al potere. Nel peggio, che cosa fosse meglio non è poi così difficile dire.

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