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  • Gabigol a CM: 'Amo Totti, il mio idolo è Neymar. Futuro in Italia? Chissà...'
Gabigol a CM: 'Amo Totti, il mio idolo è Neymar. Futuro in Italia? Chissà...'

Gabigol a CM: 'Amo Totti, il mio idolo è Neymar. Futuro in Italia? Chissà...'

Vila Belmiro ha sfornato un altro Garoto de ouro, un altro ragazzino d’oro. Da un certo Pelé a Robinho fino a Neymar, al Santos non si sono mai fatti mancare niente a livello di gioielli lanciati. L’ultimo ha la solita numero 10 sulle spalle, 20 anni da compiere a fine agosto, colpi da centravanti vero misti a capacità di andare a cercare il pallone, aiutare l’azione e poi finalizzarla con un sinistro che fa spavento. Prima punta moderna, il futuro del Brasile è nei piedi di Gabriel Barbosa. Per tutti Gabigol, uno dei migliori talenti a livello mondiale che ha già attirato le attenzioni dei top club europei che hanno contattato il suo agente Wagner Ribeiro, così come il suo braccio destro Pedroso. Segnatevi il suo nome, ne sentirete parlare: in esclusiva per Calciomercato.com, Gabigol si racconta a 360 gradi.

Gabigol, finalmente si presenta: alla sua età fa quasi strano darle del lei…
“Usiamo il tu, va benissimo. Tanto conosco bene voi italiani”.

Come mai?
“Seguo molto il vostro calcio. Felipe Anderson è mio amico, tifo per lui e me ne ha parlato. E poi il mio idolo è una leggenda del calcio italiano”.

Ovvero?
“Francesco Totti. Ammiro la sua storia, il suo modo di giocare, quello che ha fatto per la Roma. Un calciatore fantastico”.

Il Milan prima, la Fiorentina poi hanno pensato di fare un tentativo col Santos…
“Apprezzo ma non ne so niente. Non ho avuto contatti diretti e sono concentrato solo sul campo. Se ci sarà mai qualcosa, ne parleranno i miei agenti”.

Le piacerebbe giocare in Italia, un giorno?
“Seguo il vostro calcio molto spesso quando posso. Dico la verità, vedere che tanti brasiliani si siano trovati bene in Italia è un bel vantaggio. Anche per questo tifo per i miei amici in Serie A. Chissà…”.

Nei sogni di Gabigol c’è l’Europa, magari alla Neymar…
“Prima di tutto voglio fare la storia al Santos, perché questo club mi ha dato tanto. Voglio lasciarlo un giorno da idolo; poi, volare in Europa senza fretta. Ora devo pensare a migliorarmi partita dopo partita, con il Santos”.

Non tutti ti conoscono: a chi assomiglia Gabigol? Qualcuno parla di Ronaldo, altri di Adriano…
“Entrambi hanno scritto la storia del calcio mondiale, seppur in modo diverso. Ronaldo era esplosivo, qualcosa di mostruoso. Mi rivedo in Adriano per quanto era forte fisicamente e allo stesso tempo bravissimo nel finalizzare”.

Idoli in assoluto?
“Robinho e Neymar. Diversi, ma entrambi incredibilmente forti. Dico loro anche perché hanno costruito qualcosa al Santos”.

In Brasile, tu sei ritenuto l’uomo del futuro: come ti descriveresti?
“Cerco sempre di aiutare la squadra il più possibile, ogni volta che gioco. Che io sia utilizzato da attaccante esterno o da prima punta quando l’allenatore me lo chiede. Aiutare la squadra è fondamentale: creare opportunità, segnare e impegnarsi sulla fase difensiva. Faticoso, ma bello”.

Per chi non ti conoscesse: hai 19 anni eppure sei capocannoniere nella storia del Santos in Copa do Brasil, più di Neymar e Robinho.
“Ne sono felicissimo, un traguardo storico seppur io sia molto giovane. Ringrazio Dio ma continuo a lavorare forte, mi alleno ogni giorno e devo superarmi sempre. Così si fa la storia del Santos”.

Che sensazione è avere quella maglia numero 10 sulle spalle a 19 anni?
“La miglior sensazione del mondo! Non c’è una maglia che pesi più della 10 del Santos. Per questo, me la godo con una felicità enorme. Mi sento entusiasta e orgoglioso”.

L’attaccante del Brasile al Mondiale del 2018 sarà Gabigol?
“Con calma (ride, ndr)! Credo che le cose debbano andare con molta calma, con naturalezza. Ma è chiaro che far parte della Seleçao è nei miei piani oltre che nei miei desideri. Prima di tutto c’è l’Olimpiade, abbiamo un gran gruppo per Rio 2016; poi, penserò alla Seleçao dei ‘grandi’ senza correre o bruciare tappe. Nel frattempo cresco al Santos e spero nell’Olimpiade. Poi chissà se ci vedremo in Europa…”.

Fabrizio Romano

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