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ESCLUSIVO Milan: Rangnick ora ha fretta e preme per essere annunciato, ma il club è diviso

ESCLUSIVO Milan: Rangnick ora ha fretta e preme per essere annunciato, ma il club è diviso

  • Dario Donato
    Dario Donato
A questo punto Rangnick ha fretta. Il suo nome ormai è di dominio pubblico e la sua speranza è quella di spazzare via il più presto possibile ogni dubbio sul futuro. Anche con un annuncio pubblico o una presa di posizione in tempi rapidi che avrebbe del clamoroso, ma che in realtà certificherebbe quello che Calciomercato.com aveva anticipato oltre due mesi fa. Il Milan, una parte del Milan, e l’allenatore tedesco sono andati molto avanti con le parole e ora tornare indietro diventerebbe complicato. Il problema, peró, è che nel frattempo l’altro Milan, quello del presente, è tornato a girare e la vittoria col Torino ha aggiunto un altro tassello a un 2020 che ha sterzato nel verso giusto. Boban e Maldini con Pioli e, soprattutto, con Ibrahimovic hanno raddrizzato le cose e modificato la percezione della loro creatura. Il momento della verità sta per arrivare: a breve il presente si scontrerà con il futuro e le due anime rossonere dovranno arrivare a una sintesi. Tradotto: o la bollinatura di Rangnick con le conseguenze già raccontate in termini di controllo accentrato o la fiducia all’attuale gestione

Quel che è chiaro è che l'incertezza non fa bene al club rossonero, soprattutto in una fase di ripresa di morale, risultati e pubblico.

L’allenatore tuttofare, fino a poche settimane fa appannaggio solo di specialisti e tecnici del pallone, adesso è sulla bocca di tutti. Dalla curva Sud, ai social, dalla tribuna vip al quartier generale di Via Aldo Rossi.

Come già anticipato, il corteggiamento al tecnico tedesco è partito sottotraccia in autunno, poi ha accelerato bruscamente, ma sempre nel massimo riserbo. Così elevato che la maggioranza dei dirigenti del Diavolo nemmeno ne era a conoscenza. I motivi sono abbastanza intuitivi e legati alla sua probabile sovrapposizione non solo con la panchina oggi occupata da Pioli, ma pure con qualche scrivania pesante. La trattativa è stata condotta su un binario parallelo ad un andamento stagionale che, dal rientro dalla sosta, ha certamente rafforzato sia la posizione dell’attuale allenatore che quella di Maldini e Boban. L’arrivo di Ibra ha riportato fiammelle sparse di entusiasmo, ha contagiato compagni fino ad allora evanescenti come Rebic e si è portato dietro risultati e un miglioramento d’immagine del club. 

Dalla Germania filtra un Rangnick molto attento a quello che sta succedendo a Milano e a futuri scenari che potrebbero coinvolgerlo. I discorsi con il fondo si sono spinti molto avanti, ma a stagione in corso è evidente che possano essere arrivati fino a una certa soglia. Più che altro sono iniziati quando il Milan era inabissato e, ora che il contesto è evoluto in positivo per la squadra, vedono una cornice che, all’interno, offre un quadro diverso.

E’ per questo che il tedesco ha capito che non è più tempo di stare fermi. Il suo nome è ormai completamente esposto al soffiare delle correnti e, addirittura, è stato seccamente messo all’angolo da Paolo Maldini nei giorni scorsi durante un’intervista a Sky. Rangnick non sarebbe il profilo adatto, ha sottolineato la bandiera rossonera. Una presa di posizione pesantissima. A questo punto il mese di giugno appare fin troppo lontano. Se prima era il Milan a rosolare nelle sue difficoltà, il ruolo del pollo allo spiedo adesso rischia di farlo Rangnick stesso, mentre i rossoneri hanno acceso una piccola griglia di risultati confortanti e ritrovato l’appoggio di parte della tifoseria. Troppo rischioso.

E così l’idea balenata nelle ultime ore è quella di spingere i suoi buoni uffici rossoneri perché avallino il suo nome nel più breve tempo possibile. In modo da cristallizzare la sua posizione, inserire dei paletti, e attendere sviluppi più coperto, anche in caso di ulteriore miglioramento dei risultati di Pioli e rafforzamento non tanto della sua panchina, quanto del sindacato di blocco dirigenziale che non ha alcun interesse e vantaggio in un suo arrivo. 

La componente della proprietà che ha portato a dettagli molto avanzati la trattativa con Rangnick, del resto, fa i conti con diverse variabili che a stagione in corso hanno un peso determinante: i risultati in primis, la reazione dei tifosi di fronte a un outsider dal ruolo ingombrante e, infine, le pressioni interne ad alcuni uffici per evitare che si finisca nelle mani dell’ideologo della galassia Red Bull. 

Lo scenario è fluido, ma il fatto che il piano “segreto” svelato da Calciomercato.com a fine novembre non sia più un segreto e occupi colonne su quotidiani sportivi italiani e di mezza Europa ha dato una mano di carte inaspettata ai “pochi” attori seduti al tavolo.

Se l’endorsement a Rangnick non dovesse arrivare a breve, gli accordi presi e i dettagli concordati potrebbero essere rivisti, con un’intesa di segno opposto tra le parti. Del poco che si conosce dell’allenatore tedesco in Italia, del resto, uno degli elementi centrali è proprio il carattere rigoroso e non troppo avvezzo alle mediazioni.

“L’altra stagione” del Milan è entrata nel vivo. Molto in anticipo rispetto ai propositi iniziali.

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