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  • Ex Juve, Cobolli Gigli: 'Agnelli doveva parlare quattro mesi fa. Arrivabene non è all'altezza di comunicare, è uomo di costi'

    Ex Juve, Cobolli Gigli: 'Agnelli doveva parlare quattro mesi fa. Arrivabene non è all'altezza di comunicare, è uomo di costi'

    A “Pressing Lunedì”, su Italia 1, è intervenuto in esclusiva l’ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli.

    Sulle parole di Agnelli, dichiara: “Secondo me poteva farlo prima. Se Agnelli quattro mesi avesse detto le cose che ha detto adesso, forse lo spogliatoio sarebbe stato più unito. Ora celebriamo Agnelli, e anche io sono assolutamente d’accordo con le sue parole ma lo spogliatoio negli ultimi tempi era certamente in fermento e diviso. E forse, e parlo come tifoso, qualche dirigente non era molto favorevole ad Allegri. Era lì che Agnelli doveva intervenire e fare chiarezza. Ora, per carità, abbiamo vinto con il Torino, ora vedremo con l’Empoli”.

    Se Agnelli avrebbe dovuto cambiare Allegri, dichiara: “No, doveva solo dire le cose che ha detto qualche giorno fa, qualche mese fa. E doveva togliere tutta una serie di alibi tra i giocatori che forse pensavano che l’allenatore sarebbe stato cambiato. E anche tra qualche dirigente. Agnelli non è un presidente qualsiasi, è uno dei padroni della Juventus e quindi aveva tutta la possibilità di intervenire prima”.

    Sul paragone con lo spogliatoio della sua Juventus, dichiara: “Lo spogliatoio in quegli anni, 2006-2009, era un’altra cosa. C’erano dei giocatori come Buffon, Del Piero e Nedved che si sono sacrificati in Serie B e hanno tirato fuori la grinta, quella che manca alla Juve di quest’anno. Hanno tirato fuori la grinta e loro più Deschamps, che era un grande allenatore, hanno riportato la Juve in Serie A. Giocatori più mister, non i dirigenti. La situazione è molto diversa da questa”.

    Su Arrivabene, dichiara: “Non è un comunicatore, non è all’altezza di comunicare. Comunicare è una cosa e fare il dirigente è un’altra cosa. È un gestore di costi, deve gestire la struttura economica di una società che perde 254 milioni di euro. Il Presidente ha in mano le redini della Juventus e dev’essere lui la persona che si espone comunicando. Ha il nome della famiglia Agnelli e ha l’investitura del padrone della Juventus che è John Elkann. Agnelli ha detto le cose giuste ma in ritardo”.

    Se darebbe la buonuscita ad Allegri, dichiara: “Non investirei soldi per la buonuscita ma farei come ha detto Andrea Agnelli e cioè lo terrei fino alla fine dell’anno e vedrei come andranno le cose. Confermerei con tutta la forza e l’autorevolezza del presidente la grande fiducia e la determinazione che si ha di andare avanti con Allegri”

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