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  • FALLO LATERALE: Preziosi, la mafia è una cosa seria

    FALLO LATERALE: Preziosi, la mafia è una cosa seria

    C’è un contratto che obbliga i Presidenti delle Società di calcio a parlare? Qualcosa di simile a quanto esiste con i calciatori e con gli allenatori, che devono presentarsi ai microfoni per una pantomima quasi sempre uguale a se stessa. Se hanno vinto esultano, parlano di svolta, di scudetto o di salvezza. Basta una battuta di arresto e se ne stanno giustamente mogi a raffazzonare qualche scusa tra il tecnico e il fatalistico: “la squadra troppo bassa”, “i troppi infortuni” ecc. Diciamo che quasi tutti se la cavano egregiamente. Soprattutto quando non riescono a dire nulla, a menare il can per l’aia, a proferire l’ovvio. Sono pochi quelli che si lasciano andare a dichiarazioni stizzite e azzardate. Per ora in questo campo si è distinto negativamente solo Garcia. Benitez ieri sera (si parla di sconfitta) come al solito, è stato perfetto: abbacchiato, monocorde, ipoteso. Montella è forse il migliore: sempre uguale, sia quando perde, sia quando vince. Mihaijlovic il più astuto: dopo un buon pareggio contro la Juve ha criticato la sua squadra e lodato gli avversari. Gasperini (la faccia da eterno Mago Zurlì) ottimo con le sue pacate osservazioni, dopo una gara la cui conduzione arbitrale poteva lasciare l’amaro in bocca. Gasperini…Ma il suo Presidente? Chi glielo fa fare di spararle così grosse, anche se poi in parte ritratta? Certo le interrogazioni parlamentari dopo ogni sconfitta o arbitraggio discutibile, non aiutano la Roma, proprio perché vogliono rendere politico ciò che non lo è o non dovrebbe esserlo. Ma soltanto accennare alle tristi infamie capitoline e a chissà quali misteriose vie, come ha fatto Preziosi, fa parte di un terzo tempo non troppo responsabile. Perché, c’è da chiedersi, molti Presidenti, gli stessi che poi chiedono pazienza e civiltà ai tifosi, gettano benzina sul fuoco? Per ingraziarsi la piazza? O per mettere in guardia le “istituzioni”, la “classe arbitrale”? Lo sfogo mirato sarebbe dunque il machiavellico grimaldello per chiedere la compensazione o il maggior rispetto. Ma davvero si crede che il lamento valga più dell’allenamento? Chissà, magari non hanno torto. A pensar male, si fa peccato, ma…

    Fernando Pernambuco

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