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  • Fiorentina: Kharja 'sul binario' del fallimento

    Fiorentina: Kharja 'sul binario' del fallimento

    • Luca Cellini

    Uno degli esempi più limpidi della fallimentare strategia di mercato della Fiorentina della scorsa estate è il tentativo (maldestro) del direttore sportivo gigliato, ma anche e soprattutto della famiglia Della Valle, di far accantonare tecnicamente, prima a Sinisa Mihajlovic e poi a Delio Rossi, l'ex capitano Riccardo Montolivo. Quest'ultimo, che aveva rifiutato di prolungare il contratto intuendo il processo di crescente dismissione, prima fisica e poi anche economica, degli imprenditori marchigiani, ha subito un vero e proprio 'mobbing' dai massimi dirigenti viola, i quali prima lo hanno privato della fascia di capitano, poi lo hanno delegittimato di fronte alla piazza, rendendolo il 'reietto' nel progetto della Fiorentina del futuro, e infine hanno comprato giocatori che non ne rendessero più indispensabile l'utilizzo. Tra questi Housseine Kharja, marocchino reduce da due stagioni discrete fra Genoa e Inter.

    Al termine della consueta 'trattativa fiume' in cui più che convincere i dirigenti rossoblù (interessati ad inserire nell'affare anche Alberto Gilardino) Corvino ha dovuto fronteggiare le resistenze del giocatore, che vedeva la Fiorentina come una squadra che lo avrebbe ridimensionato dal punto di vista delle ambizioni sportive, non solo a Kharja è stato elargito uno stipendio di circa un milione e 300mila euro, ma gli è stata di fatto promessa la maglia da titolare a centrocampo. 'Vedrai, un paio di allenamenti con Mihajlovic, e Montolivo finirà in panchina, e tu giocherai al suo posto'. Solo che l'ex tecnico gigliato sarà pure un apprendista allenatore, ma di calcio ne mastica da anni, e così non solo Montolivo è rimasto il perno della squadra, ma Kharja, arrivato in ritardo nella Fiorentina - fine agosto scorso - è finito, lui sì, in panchina.

    Ma il peggio doveva ancora essere scoperto: sì, perché dopo le scorribande dei vari Da Costa, Savio N'Sereko e Kuzmanovic negli anni passati, la Fiorentina con Kharja ha acquistato una specie nuova nel panorama calcistico italiano: il giocatore 'pendolino'. Solo che a differenza del Cafù giallorosso, così soprannominato a Roma per il suo andare avanti e indietro sulla fascia, le uniche corse che ha fatto Kharja nei mesi autunnali sono state quelle dalla zona dello stadio 'Franchi' alla stazione di Santa Maria Novella, per andare a prendere il treno che lo riportasse a Milano, dove dormiva per almeno tre giorni a settimana. Del resto se il suo vice allenatore Marcolin faceva altrettanto, soggiornando nelle ore notturne a Roma, perché Kharja doveva sentirsi privato di tale opportunità?

    Una volta appurata (tardivamente) l'abitudine del franco-marocchino, la Fiorentina aveva deciso di multarlo, salvo poi scoprire che quest'ultimo aveva tutt'altro che recesso i suoi viaggi sul Frecciarossa. Messo fuori squadra e nuovamente multato, il cambio di tecnico - da Mihajlovic a Delio Rossi - non ha modificato il rendimento di Kharja sul terreno di gioco: imbarazzante fuori dal campo, assai deludente dentro. E così il tentativo di 'far fuori' Montolivo si è rivelato un boomerang per il club gigliato, visto che anche Delio Rossi, come il suo predecessore, non transige dal costruire la Fiorentina intorno al numero 18 viola. E Kharja? Non convocato per il match di oggi contro il Siena, e in partenza per la coppa d'Africa dopo le vacanze natalizie, salvo miracoli nel girone di ritorno a fine stagione riceverà un biglietto di sola andata per Genova. Per lui il fallimento tecnico corre alla velocità di un Frecciarossa, o meglio di un 'Italo', come i nuovi treni firmati Diego Della Valle.

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