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  • Paradosso Franchi: fondi stoppati dall'UE ma il Comune ha già speso 8,5 milioni. E ora che fa la Fiorentina?

    Paradosso Franchi: fondi stoppati dall'UE ma il Comune ha già speso 8,5 milioni. E ora che fa la Fiorentina?

    • Filippo Caroli
    Era nell’aria da diverse settimane e, alla fine, la mazzata da parte dell’UE sullo stadio Franchi è arrivata. Il Comune non potrà usufruire di una parte dei fondi del PNRR (55 milioni, non proprio spiccioli) per ristrutturare lo stadio fiorentino a pochi mesi dal previsto inizio dei lavori. Una frenata brusca che va a costellare l’ennesimo capitolo della controversa tematica dello stadio a Firenze che, per usare una citazione manzoniana, a quanto pare non s’ha da fare. E chissà che cosa sta pensando Rocco Commisso dal suo attico di New York City a proposito degli ultimi sviluppi sullo stadio, lui che fin dal suo insediamento si è sbattuto anima e corpo per regalare alla sua Fiorentina un impianto all’avanguardia in linea con le grandi società europee. Il motivo, che il patron viola non ha mai smesso di ribadire, è molto semplice: senza stadio non si aumentano i ricavi e senza ricavi è difficile essere competitivi sul lato sportivo. Il buon Rocco, però, si è dimenticato di dover fare i conti con una chimera che in Italia in pochi sono riusciti a sconfiggere: la burocrazia.

    MONUMENTO - E torniamo al 2019, quando la Fiorentina presentò un progetto firmato dallo studio Casamonti (lo stesso del Viola Park) che prevedeva un vero e proprio rifacimento dello stadio comunale fiorentino. Progetto che, dopo vari tira e molla venne bocciato definitivamente per decisione della soprintendenza. Lo stadio Franchi è un monumento di enorme valore architettonico e culturale (!) e, in quanto tale, vincolato: non si può abbattere e non si possono comprometterne le caratteristiche strutturali.

    MERCAFIR E CAMPI - Il Comune allora ha offerto un’ipotesi alternativa. Costruire il nuovo stadio nell’area industriale dove si trova la Mercafir, alla periferia di Firenze. Una proposta che però ha puzzato di bruciato fin dall’inizio. Costi estremamente elevati (si parla di cifre oltre i 20 milioni per acquistare i terreni), tempistiche più che incerte e controllo delle procedure lavorative che non sarebbe stato del tutto in mano alla Fiorentina. Stavolta è stato Commisso a dire, a ragione, di no e a proporre una nuova soluzione alternativa. L’ipotesi del patron era quella di tirare su lo stadio nel confinante comune di Campi Bisenzio, in una zona in cui, anche oggi, ci sono solo terreni incolti. Rocco faceva sul serio ed è arrivato addirittura ad opzionare i terreni, con l’ok che era arrivato dall’allora sindaco di Campi Fossi. Ma di nuovo il Comune si è messo di traverso: non esiste portare la Fiorentina fuori dal Comune e, inoltre, i lavori interferirebbero con altri cantieri che Palazzo Vecchio ha in programma vicino a quella zona. Per la terza volta, i vincoli burocratici hanno bloccato la volontà dell’imprenditore italo americano.

    IL NUOVO FRANCHI - E veniamo a circa un anno fa, quando è arrivata la soluzione che sembrava accontentare tutti, il comune di Firenze ha lanciato un bando internazionale per il rifacimento dello stadio che non prevedesse abbattimenti e che non andasse ad impattare sullo skyline della città grazie ai fondi in arrivo del PNRR. La Fiorentina non era del tutto convinta (vorrebbe essere proprietaria al 100% dell’impianto) ma ha accettato tacitamente per i trascorsi dei mesi precedenti. Il progetto vincente (quello dello studio Arup) è stato presentato a marzo 2022 con una cerimonia in Palazzo Vecchio degna di un film hollywoodiano. Il progetto ha superato tutti gli standard e i controlli delle autorità finché, un bel giorno e alle porte dell’inizio dei lavori, non si è svegliata l’Unione Europea.

    E ORA? - Il sindaco di Firenze Dario Nardella si è detto deluso. "Ma noi non ci arrendiamo minimamente! Non fermiamo la procedura di gara pubblica già avviata, anche perché attualmente il progetto è destinatario del finanziamento statale del Ministero della Cultura per 140 milioni di euro circa che non possiamo perdere. Inoltre abbiamo speso già 8,5 milioni di euro nella progettazione e nella verifica della progettazione. [...] A questo punto chiediamo allo Stato italiano di lavorare insieme a una soluzione per sostituire la quota mancante e coprire quindi l’intero importo, anche perché il nuovo stadio di Firenze è parte del piano di candidatura degli Europei di Calcio 2032 già presentato ufficialmente dalla FIGC alla UEFA". Il progetto quindi va avanti, senza il vincolo del termine dei lavori al 2026 che era stato imposto per usufruire dei fondi del PNRR. Il restyling si può comunque fare con un aiuto da parte del Governo, ma rimane il problema di dove far giocare la Fiorentina nel frattempo. Empoli società dà segnali di accoglienza, ma Empoli città si mostra contraria. In Toscana non ci sono al momento altre soluzioni praticabili, mentre se i viola continuassero a frequentare le coppe europee si dovrebbero spostare addirittura al Braglia di Modena, impianto idoneo più vicino, per due anni ("cose mai viste", parola del dg Barone). Insomma, una vicenda che rischia di protrarsi ancora a lungo quando Commisso era pronto a investire interamente di tasca sua già 4 anni fa. 
     

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