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  • Igor, che frecciata a Vlahovic: 'Non sono quello che promette di firmare e poi non lo fa...'

    Igor, che frecciata a Vlahovic: 'Non sono quello che promette di firmare e poi non lo fa...'

    Quest’oggi, sulle pagine del Corriere dello Sport-Stadio, il difensore della Fiorentina Igor ha rilasciato una lunga intervista dove racconta di se e del suo rapporto con il calcio: dall’arrivo a Firenze agli obiettivi personali. Questo un estratto:
     
    “Se hai un sogno, se vuoi vincere nella vita, devi lottare per quello. Ma qui ho trovato un’altra famiglia, quella viola, coi compagni, lo staff e pure la dirigenza, a cominciare dal presidente Commisso, che sa sempre come starci vicino. Ci mancano dieci partite tra campionato e Coppa Italia: dovremo vincere, prendere ogni volta i tre punti. Perché gli avversari che ci precedono possono ‘scivolare’ e noi dovremo essere scaltri quanto serve per approfittarne al momento giusto. È questa la ricetta per costruire un sogno. La Seleçao è un sogno, ma so che la concorrenza è fortissima. In Brasile ci sono tanti difensori forti. Avrei forse meritato un’occasione, ma non dipende soltanto da me. Il mio sogno nel cassetto? Giocare la Champions League. L’ho sempre immaginato, fin da bambino. Vorrei riuscirci per me, per la mia famiglia, per la gente di Bom Sucesso, la mia città. Sarebbe qualcosa di… un altro mondo”.

    Il brasiliano ha cercato di dare una spiegazione alla crescita esponenziale degli ultimi mesi: “A noi difensori chiede soprattutto di rischiare, di recuperare il pallone, di pressare l’avversario che ti trovi di fronte. Per attaccare bene si deve cominciare da dietro, dobbiamo essere noi i primi a farlo, costruendo la manovra dal basso. Abbiamo tanta responsabilità ed il segreto è la concentrazione. Se sei focalizzato su quello che devi fare, ti viene tutto naturale. Questi sono attaccanti che non perdonano: se gli concedi spazio, sanno come farti male. Ma quando devono fare i conti anche con la testa, c’è un avversario in più. Essa si allena controllando i dettagli, stando attento a tutto, prestando attenzione ai movimenti. Sapevo di doverci lavorare. Mi conosco, so che quando non sono super attento va a finire che qualcosa la sbaglio. È un qualcosa che fa davvero la differenza. Si torna sempre li al solito punto: quando sono concentrato, superarmi è difficile. È successo il contrario quando la soglia di attenzione, anche solo per un attimo, si è abbassata. Ed è qui che devo cercare di crescere ancora, io non mi accontento”.
     
    Ha poi fatto il punto della situazione sui compagni e l’ambiente che ha trovato a Firenze: “I nostri tifosi ci danno una spinta indescrivibile. E poi io non ho dubbi: a casa nostra dobbiamo comandare noi, senza incertezze. C’è stato qualche incidente di percorso, ma ogni volta siamo ripartiti. Il mister è un martello. Riesce a tirare fuori sempre il meglio da ciascuno dei suoi giocatori. Nessuno è alla periferia del gruppo, è lui il primo a impegnarsi per la crescita dei singoli. Con me è successo questo. I Miei compagni di reparto? Nastasic è un esempio, Milenkovic è un punto di riferimento e Quarta è gioia. Cabral? È un attaccante forte, pieno di qualità. Ha bisogno di un po’ di tempo per abituarsi. In Svizzera c’è un’intensità di gioco molto diversa: potrà aiutarci davvero tanto, io non ho dubbi”:
     
    Ha poi affrontato anche la delicata partita di Coppa Italia contro la Juventus: “È dalla semifinale d’andata che ho in testa la gara di ritorno. Abbiamo dimostrato di saper giocare ad altissimi livelli, di poterci confrontare con qualsiasi avversario. La Juventus è venuta a Firenze e ha vinto 1-0. Per lo stesso principio, noi potremo andare a Torino e segnare uno, due gol. Dipenderà da noi. C’è consapevolezza del valore dell’avversario, e pure rispetto, ma noi abbiamo già fatto vedere di essere in grado di far male a chiunque”. 
     
    Infine ha anche detto la sua sul suo rinnovo con la Fiorentina: “Io non sono quel calciatore che dice di essere pronto a firmare e poi invece non lo fa, io sono solo grato di essere qui. Poi, se mi proporranno di allungare questa mia avventura ne parleremo. Quello che mi sento di dire che io qui sono molto, molto felice. Questa è una famiglia”. 
     

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