Calciomercato.com

  • Fiorentina scialba e confusa, ma questo Parma è ancora più noioso. Commisso riuscirà a confermare ancora Iachini?

    Fiorentina scialba e confusa, ma questo Parma è ancora più noioso. Commisso riuscirà a confermare ancora Iachini?

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    E adesso, pover’uomo? Lo scialbo 0-0 del Tardini convincerà il patron Commisso a rinnovargli la fiducia oppure lo convincerà a chiuderla lì col piccolo tecnico di Ascoli di nome Beppe Iachini? Il quale, è cosa nota, non più nel cuore sta degli animosi tifosi della viola Fiorentina. Insomma Commisso si risolverà a chiamare d’urgenza al capezzale della cara creatura il mai troppo rimpianto ex Cesare Prandelli? Oppure concederà l’ennesima prova di appello a Iachini, alla ripresa dopo la sosta azzurra, la gara casalinga col Benevento? Ah saperlo questa sera… Misteri che dall’altra sponda dell’Oceano Atlantico - come è di moda in questi giorni - verranno sciolti fra breve. In una direzione o nell’altra. Commisso frattanto si è roso il fegato nella sua casa di New York, di fronte alla tv ha seguito una discreta Fiorentina, piena di buona volontà e vigore atletico e però alquanto confusa e non precisamente scioltissima nella costruzione del gioco. In attacco, beh lasciamo perdere. Se si vuol provare a vincere bisogna pur tirare in porta, no?

    Iachini non aveva abiurato al prediletto 3-5-2, si era limitato a inserire Pulgar nei panni del regista centrale, spostando Amrabat nel ruolo di interno. Il fatto è che non semplice descrivere l’assetto tattico della viola, artefice nella tiepida serata parmigiana di un tourbillon di uomini sul campo, in particolare sulla trequarti, visitata nel primo tempo da un continuo scambio di posizioni fra Castrovilli e Ribery, col risultato che il gioco pencolava spesso sulla sinistra, con esiti alquanto miseri. Il Parma non era lo sparring partner ideale, rinserrato da Liverani - lui sì che aveva abiurato il suo calcio-champagne - negli ultimi trenta metri, a chiudere tutti gli spazi con i gendarmi Kucka (adibito alla cura di monsieur dribbling) e Kurtic a tamponare su Amrabat e chiunque gli capitasse a tiro. La difesa, orchestrata da quel vecchio intramontabile marpione di Bruno Alves, stretta attorno all’unica vera punta viola di ruolo, il latitante Kouamé (sostituto a metà ripresa da Cutrone) e la freccia Gervinho in attesa di essere scoccata dai lanci lunghi provenienti dalle retrovie o dagli allunghi palla a terra di Grassi e Pezzella. Morale, per l’intero primo tempo le situazioni più divertenti all’occhio del pubblico televisivo sono risultati gli urlacci delle panchine, i vocioni tonanti di Iachini e Liverani impegnati a dirigere i rispettivi uomini, guidandone i movimenti, i tagli, e sovrapposizioni e le chiusure. 

    Ribery in verità aveva deliziato gli esteti ricamando sul pallone trine e merletti senza negarsi il gusto di tanto in tanto di fare da rampa di lancio per gli assalti alla porta di Sepe. Come al 17' quando un suo cross filante aveva trovato la deviazione sbilenca della fronte di Kouamé. Robetta. A tenerci svegli provava Gervinho, imbastendo qualche ripartenza delle sue, come quella che Pulgar, in arretramento, neutralizzava chiudendo lo specchio della porta a Pezzella (20’). L’episodio adrenalinico, l’unico del primo tempo, giungeva ancora grazie a Ribery, al minuto 41. Guizzato in area bevendosi l’arcigno e fin troppo vigoroso Osorio (il venezuelano era all’esordio dal 1’), il mago di Francia si apprestava a inquadrare la porta di Sepe, seppure da posizione eccentrica, ma veniva steso da dietro con una spinta piuttosto chiara dal rimontante Osorio. La Penna si avvicinava al luogo del delitto ma anziché indicare il dischetto del calcio di rigore estraeva il cartellino giallo per monsieur Ribery: simulazione. Taceva il Var Fabbri e tutti negli spogliatoi a bere, come direbbe Caressa, un thé caldo di cui nessuno avvertiva il bisogno. 

    Un poco meno noiosa la ripresa ma occasioni chiare per segnare zero o quasi. Il Parma provava a tirar fuori la testa dal carapace e i due allenatori mischiavano i mazzi delle rispettive carte, rimescolando gli effettivi: fuori Inglese, incorporeo, per Karamoh e Hernani per Sohm (8’), fuori l’acciaccato Venuti per Lirola (27’) e in successione addio a Gervinho per lo sconosciuto Brunetta e Kouamé per Cutrone, quindi fuori Castrovilli (che pare aver smarrito lo stato di grazia) per Bonaventura. Cambiando gli addendi curiosamente la somma è rimasta più o meno la stessa. Scarsa. Fiorentina a fare la partita, Parma a subirla ma senza quasi mai correre il rischio di affondarci dentro con mani e piedi. L’ultimo soprassalto allo spirare dei 3’ di recupero, un affondo di Lirola sventato da Alves. E così sia. Stavo per scrivere, “chi vuol essere lieto sia” ma il fiorentino Lorenzo se la sarebbe presa a male e dunque soprassiedo.


    :(actionzone)

    IL TABELLINO


    Parma-Fiorentina 0-0 

    Parma (5-3–2): Sepe; Pezzella, Osorio, Alves, Gagliolo, Grassi; Kucka, Hernani (9’ s.t. Sohm), Kurtic; Gervinho (34’ s.t. Brunetta), Inglese (9’ s.t. Karamoh) All. Liverani

    Fiorentina (3-5-2): Dragowski; Igor, Caceres, Milenkovic; Biraghi, Castrovilli (38’ s.t. Bonaventura), Pulgar, Amrabat, Venuti (27’ s.t. Lirola); Ribery, Kouame (24’ s.t. Cutrone). All. Iachini

    Arbitro: La Penna

    Ammoniti: 42’ p.t. Ribery (F), 23’ s.t. Pezzella (P), 28’ s.t. Milenkovic (F).

    Altre Notizie