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  • Fiorentina, Simeone: 'Vorrei giocare e segnare di più. Tra Juve e Barcellona in Champions...'

    Fiorentina, Simeone: 'Vorrei giocare e segnare di più. Tra Juve e Barcellona in Champions...'

    Giovanni Simeone, attaccante della Fiorentina, ha parlato in un'intervista a Sky Sport: "Credo che le cose stiano andando complessivamente molto bene, l'obiettivo due anni fa era quello di creare un gruppo e una squadra vera. È vero che mancano i risultati ma ora dobbiamo tramutare in vittorie tutto ciò su cui abbiamo lavorato nel corso di questi mesi. Un altro anno fuori dall'Europa? Non sarebbe facile, la Fiorentina è sempre stata nelle prime 5-7 della classifica. Sarebbe un momento abbastanza triste, non buono. L'anno scorso siamo andati molto vicini a raggiungerla, ora siamo più lontani ma ancora le chances ci sono. Quando uno non si arrende mai lotta per una cosa, non vede le barriere, non conosce cose difficili da affrontare. Adesso è il momento di buttare fuori tutta la garra e tutto il fuoco che è in noi. La garra ci deve dare la spinta per raggiungere qualsiasi cosa. Il mio ostacolo? Vorrei poter fare più gol e giocare di più, vorrei dimostrare alla squadra che sono a disposizione in ogni momento. Lo scorso anno giocavo di più e ora che gioco meno devo dare di più. Cosa sognavo da piccolo? Vincere la Champions, fin da piccolo ci penso, quando guardavo le partite. Ho anche il tatuaggio. L'ho fatto da giovane, papà non voleva che lo facessi ma mi ha portato mia madre, che voleva aiutarmi. Lì ho detto che il giorno che giocherò una partita e farò gol, lo bacerò. Chi vince quest'anno? Difficile dirlo, ma il Barcellona ha un momento di energia che ammazza tutte le rivali. Anche la Juve è forte, ma se devo sceglierne una dico i blaugrana. Foto di me e Chiesa con i nostri genitori? Sapere che i nostri padri hanno giocato insieme alla Lazio, e noi qui a Firenze, è un orgoglio. Ho fatto quella foto perché non è facile arrivare a giocare in un campionato dove tuo padre ha già giocato, è molto più difficile rispetto al non essere figli d'arte".

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