Calciomercato.com

  • Fiorentina, Venuti e l'odio social: 'Tanti preferiscono non parlarne, servirebbe una patente di civiltà'

    Fiorentina, Venuti e l'odio social: 'Tanti preferiscono non parlarne, servirebbe una patente di civiltà'

    • Redazione CM
    "Non voglio passare per la vittimina, il leggerino, per colpa di un deficiente, di un coglione, o due o tre che si divertono a offendere sui social, anche perché ogni giorno vengo coperto d’affetto da migliaia di tifosi". Dopo l'attacco sui social, il difensore della Fiorentina Lorenzo Venuti si è raccontato in un'intervista al Corriere dello Sport. 

    IL FATTO - Qualche giorno fa, il fatto. Sui social, Augusta Iezzi, fidanzata di Venuti, ha ricevuto pesanti e vergognosi insulti da un hater: "Hai il fidanzato ‘cancrato’, speriamo muoia. E tu sei una schifosa napoletana. L'influencer ha in seguito mostrato i messaggi su Instagram, seguita dal difensore della Fiorentina: "Ho deciso di rendere pubblica la denuncia perché si era oltrepassato il limite della decenza. Ma anche e soprattutto perché quel soggettino non si è limitato a colpire me, ha voluto mostrare tutti i suoi limiti cognitivi e di educazione sul profilo Instagram della mia compagna". 

    LA DENUNCIA - "Tanti, di fronte a aggressioni simili, preferiscono tacere. Augusta non ce l’ha fatta, io non ce l’ho fatta, mi sono esposto per lei e per tutte le persone che ogni giorno le subiscono. Non so nemmeno se si tratti di un tifoso della Fiorentina, ho grossi dubbi. Se si fosse accontentato di prendersela con me, per via delle centinaia di messaggi che ricevo ogni giorno probabilmente non me ne sarei nemmeno accorto", ha spiegato Venuti nell'intervista al Corriere dello Sport. "Io, come i tanti che hanno avuto a che fare con persone malate di cancro, so perfettamente cosa significa il contatto col dolore. Sono stato un mese in ospedale ad assistere mio padre alle prese col tumore e quel terribile periodo ha aumentato a dismisura la mia sensibilità".  

    PATENTE SOCIAL - "Vorrei - ha continuato Venuti - che chi si permette di scendere fino a quel livello fosse obbligato a frequentare per settimane gli ospedali, toccasse con mano la sofferenza dell’altro. In un mondo normale si istituirebbero dei percorsi rieducativi e la patente di civiltà per l’accesso ai social, che moltiplicano il contatto con gli altri, ma il cui prezzo a volte è salatissimo. La mia è una ribellione fredda, ha poco di istintivo".  

    Altre Notizie