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  • Chievo, Nicolato a CM ancora non ci crede: 'Vincere qui è diverso che altrove, Mbaye e Alini pronti per la prima squadra'

    Chievo, Nicolato a CM ancora non ci crede: 'Vincere qui è diverso che altrove, Mbaye e Alini pronti per la prima squadra'

    • Marco Gentile
    Il Chievo Verona è uno degli esempi lampanti di come l'organizzazione societaria possa portare al raggiungimenti di grandi risultati.

    Promosso in serie A nella stagione 2000-2001 i clivensi sono retrocessi una sola volta, nel 2006-07 e sono subito risaliti dopo una sola stagione. Anche quest'anno gli uomini di Campedelli si sono salvati alla penultima giornata ma sono riusciti nell'ennsima impresa. Il buon lavoro fatto in prima squadra e la serietà degli interpreti si riversa anche sul settore giovanile dove la squadra di Nicolato si è laureata campione d'Italia battendo in finale 4-3, dopo i calci di rigore, il temibile Torino.

    Il Chievo Verona ha fatto capire fin da subito di avere le doti per poter trionfare dato che ha chiuso al primo posto il girone B formato da compagini storiche e con settori giovanili molto floridi e ricchi come Inter, Milan e Atalanta. Pian piano negli anni i veronesi sono cresciuti sempre di più ed è arrivata questa importante vittoria che mister Nicolato ha voluto raccontare in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com:

    Mister, innanzitutto complimenti: si aspettava una stagione del genere? 
    "Grazie mille. No, non me l'aspettavo assolutamente anche perchè all'inizio è stato tutto complicato perchè  la squadra andava ricostruita rispetto alla passata stagione. Nonostante questa difficoltà organizzativa iniziale siamo partiti bene e siamo migliorati partita dopo partita e nella seconda metà nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di risultati importanti: abbiamo battuto Milan, Inter e Atalanta e abbiamo chiuso primi nel nostro girone. Noi non siamo sicuramente la squadra migliore ma abbiamo sempre avuto la consapevolezza di poter battere i migliori".

    Come ha detto lei forse non ha vinto la squdra più forte ma quella più organizzata e continua, non trova?
    "Si, siamo stati molto continui ed organizzati e rispetto ad altre società che possono permettersi di investire più di noi. Il nostro compito è quello di massimizzare il nostro lavoro e negli ultimi anni abbiamo fatto benissimo visto che siamo arrivati ai quarti e in semifinale e infine abbiamo coronato il sogno di aver vinto lo scudetto. Il tutto è sempre il frutto del lavoro".

    Campedelli sarà al settimo cielo per questo titolo:
    "Adesso non lo vedo, sta festeggiando con noi, ma è qui. E' felice sì anche perchè è un risultato inaspettato. Vincere uno scudetto Primavera con il Chievo difficilmente sarà ripetibile e non è paragonabile a laurearsi campione d'Italia con una squadra che può investire di più. Tutto il settore giovanile è stato ripagato dal grande lavoro fatto".

    Quali sono le squadre che temevate di più nella lotta allo scudetto?
    "Io per filosofia pretendo concentrazione solo su noi stessi e non sugli altri,quindi non ho mai preso in considerazione quello che facevano le altre compagini. Forse la più accreditata era la Lazio ma poi c'era anche un'ottima squadra come il Torino che meritava di vincere come noi, ma sono stati sfortunati".

    L'hanno un po' delusa le due squadre milanesi?
    "Non sono nella condizione di esprimere un giudizio sugli altri, sono società 
    importanti che avranno problematiche diverse dalle nostre ma non sono in grado di dare un giudizio sul loro lavoro. Quest'anno abbiamo fatto cose importanti, essere competitivi e giocarci qualcosa di importante con squadre del genere e per me questo è motivo d'orgoglio".

    C'è un suo calciatore o più di uno pronti per la prima squadra?
    "Per un allenatore sono tutti bravi e lo sono stati davvero tutti ed è difficile trovare un giocatore o due giocatori che abbiano fatto meglio degli altri. abbiamo fatto benissimo in fase offensiva e difensiva risultando la seconda miglior difesa e il secondo miglior attacco. L'aspetto fisico conta e forse di loro è più pronto dell'altro come Alini o Mbaye che hanno una grande fisicitù ma anche altri possono ambire a grandi palcoscenici e alla prima squadra".

    Cosa può dirci rispetto al suo futuro?
    "L'anno scorso ho fatto il secondo di Corini e quest'anno sono tornato in Primavera perchè mi piace allenare, non mi sono mai spostato perchè non ci sono mai state le condizioni e mi trovo bene al Chievo ma adesso è prematuro parlarne, voglio solo festeggiare e riposarmi qualche giorno. Poi ci metteremo a tavolino e parleremo del futuro".

    Il campionato Primavera è sempre molto seguito ma poi concretamente sono pochissimi i calciatori che giocano in prima squadra in pianta stabile. Siamo indietro rispetto ad altri campionati non trova?
    "Sono perfettamente d'accordo, queste rose allargate influiscono nell'aumentare il numero degli stranieri e inevitabilmente il rendimento del settore giovanile cala. In Italia c'è crisi di giocatori e ad esempio gli spagnoli e i tedeschi sono ripartiti dal settore giovanile e ora sono lì in alto e vincono tutto. Ci vuole pazienza, noi in Italia arriviamo sempre un po' tardi ma speriamo di arrivare (sorride; ndr). Io credo che il settore giovanile non venga preso in considerazione come si deve, bisogna puntare di più sui nostri giovani ragazzi".

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