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  • Frey a CM: 'Astori capitano per sempre, Lupatelli nella Top 11. Chiesa ancora una promessa, se resta a Firenze...'

    Frey a CM: 'Astori capitano per sempre, Lupatelli nella Top 11. Chiesa ancora una promessa, se resta a Firenze...'

    • Francesco Guerrieri
    Toccare il fondo per poi risalire. Nei primi vent'anni del Duemila a Firenze è successo di tutto: dall'ultimo trofeo importante alzato al cielo - Coppa Italia - al punto più basso con il fallimento prima della rinascita, tornando al nome originale di Fiorentina dopo averlo cambiato in Florentia Viola. Il resto è storia recente: i Della Valle l'hanno riportata in alto per poi lasciare tutto in mano al nuovo presidente Rocco Commisso. Vent'anni targati Fiorentina, firmati da chi ha fatto la storia di questo club. Tra loro, c'è anche Sebastian Frey, che a Calciomercato.com ha commentato la nostra Top 11 viola.

    Seba, il modulo che abbiamo scelto è il 4-2-3-1. Partiamo!

    Sebastien Frey - "Appena sono arrivato a Firenze ricordo il grande calore dei tifosi, è una piazza molto calda. Il Parma aveva fatto sapere a me e Gilardino che per motivi economici non riusciva a tenerci, la Fiorentina è stata la prima squadra a farsi avanti e a voler chiudere l'affare. Mi hanno spiegato che avevano un nuovo progetto e che stavano trattando anche Toni - poi preso - in più ero affascinato dall'entusiasmo dei tifosi". Sei anni in viola, una parata più importante delle altre: "Il rigore in Europa League contro l'Everton, decisivo per passare il turno. Non avevo avuto la possibilità di studiare i tiratori, sono andato a intuito e mi sono tuffato sulla destra". Ed è andata bene.

    Tomas Ujfalusi - "Ci sentiamo ancora oggi, siamo rimasti amici. Gran professionista e trascinatore silenzioso, uno dei ragazzi più importanti nello spogliatoio. In campo poteva giocare in ogni ruolo della difesa, penso che un giocatore così avrebbe fatto comodo a tutti". E da Ujfalusi a Ufo è un attimo: "Credo che il diminutivo gliel'abbia dato Jorgensen, in questo modo era più semplice chiamarlo in campo".

    Davide Astori - "L'ho affrontato quando era a Cagliari. Ricordo un professionista e un ragazzo sorridente, a Firenze mi hanno sempre parlato tutti bene di lui. Il centro sportivo che gli hanno dedicato fa capire quanto era brava questa persona, rimarrà il capitano della Fiorentina per sempre". Una tragedia impossibile da dimenticare: "Della sua morte me l'ha detto il magazziniere che mi ha chiamato da Udine. Io ero in macchina, stavo andando a mangiare dai miei genitori e quando l'ho saputo mi sono dovuto fermare qualche minuto perché ero quasi sotto choc. Mia moglie si è subito messa a piangere senza neanche conoscerlo".

    Stefan Savic - "Non ci ho mai giocato, ma è un difensore che mi è sempre piaciuto. La sua carriera parla per lui". 

    Marcos Alonso - "Un giocatore importante che ha fatto molto bene a Firenze prima del salto di qualità con il Chelsea. Manuel è un amico, ma tra lui e Pasqual chiunque dei due venga scelto non si sbaglia".

    David Pizarro - "Non ci siamo incrociati alla Fiorentina, ma l'ho affrontato per una vita da avversario. E' stato un grande centrocampista. Ricordo ancora quando gli ho parato un rigore: io giocavo nel Parma e lui nell'Udinese, aveva sempre segnato calciando a sinitra. Mi sono buttato da quel lato e l'ho presa".

    Borja Valero - "Ha lasciato un segno indelebile tra i tifosi della Fiorentina, è un giocatore che ho sempre ammirato. Ci siamo visti a una cena di Natale dell'Inter e mi ha raccontato del suo amore per Firenze, credo che dopo quelli della mia generazione lui sia stato il più amato dalla tifoseria".

    Enrico Chiesa - "Era meno egoista e più bomber del figlio, ma in Federico rivedo qualche sua caratteristica. Chiesa jr ha ancora tempo per crescere, oggi è una promessa". Sul quale tutte le big hanno messo gli occhi: "Io gli consiglio di rimanere a Firenze per diventare grande e trascinare la Fiorentina, poi magari può pensare di fare il salto. Andare in una grande squadra ora per giocare una partita su cinque non è conveniente".

    Giuseppe Rossi - "La Viola l'ho sempre seguita anche da lontano, e per lui parla quella tripletta segnata contro la Juventus in un famoso 4-2 al Franchi. Considerando che la sfida con i bianconeri è la più sentita dai tifosi, gli è bastata quella partita per ottenere credibilità. Non abbiamo mai giocato insieme, ma avversario è un giocatore che mi è sempre piaciuto. Purtroppo il fisico non l'ha aiutato".

    Adrian Mutu - "Con Adri siamo amici ancora oggi, è un fuoriclasse che grazie alle sue qualità si è guadagnato l'affetto dei tifosi. E' sempre stato il cavallo di battaglia di Prandelli, col quale aveva un rapporto privilegiato". Nel 2008 è stato a un passo dalla Roma: "Gli dissi che sarei stato contento se fosse rimasto a Firenze, la permanenza dell'allenatore è stata determinante per farlo rimanere in viola". Alti e bassi a Firenze, tanti gol ma anche 9 mesi di squalifca per doping: "E' stato difficile fare a meno di un trascinatore come lui. Abbiamo saputo della notizia durante l'allenamento, quando il dottore l'ha chiamato per fare il test a sorpresa già c'era qualche sospetto. Aveva preso dei prodotti che non si potevano utilizzare, mi disse che gli servivano per dimagrire".

    Luca Toni - "A Firenze ha sempre segnato tanti gol, soprattutto il primo anno, nel quale ha lasciato un segno importante vincendo Scarpa d'Oro e Mondiale. Tra noi c'era una grande amicizia, ci prendevano in giro su qualsiasi cosa".

    Cesare Prandelli (allenatore) - "Abbiamo firmato quasi contemporaneamente per la Fiorentina. Io ce l'avevo avuto a Verona, e quando si ritrova un allenatore che già si conosce è sempre un piacere lavorare insieme. In viola ha fatto un gran lavoro riportando il club in alto". Arrivando a un passo dalla finale di Europa League nel 2008: "Siamo usciti ai rigori contro i Rangers. Quella serata fa parte dei brutti ricordi, perché per quello che avevamo fatto sarebbe stato giusto passare il turno. E' una cosa che ci brucia ancora".

    TOP 11 DI FREY - Questa era la nostra Top 11 degli ultimi vent'anni della Fiorentina, ma com'è quella di Frey? Ci pensa, ci ripensa. Qualche secondo di silenzio e... 'Seba, partiamo col modulo'. "Scelgo il 4-3-3, almeno sono più coperto". Pronti a scendere in campo: "In porta ci sono io, ma come secondo vorrei Lupatelli". Puntualizza: "E' un ragazzo che anche nei momenti difficili riusciva sempre a scherzare e sdrammatizzare. Questi giocatori sono fondamentali in uno spogliatoio, più importanti dei titolari". Andiamo avanti: "Terzino destro Ujfalusi, centrali Astori, con la fascia da capitano al braccio, e Dainelli; a sinistra Vargas". Centrocampo? "Borja Valero al centro, con Mutu a destra che rientra e Jorgensen dall'altra parte". Il tridente: "ToniGilardino Giuseppe Rossi. In panchina non posso non scegliere Prandelli". 

    SOGNO VIOLA - Formazione fatta, l'ex portiere è pronto per fare l'allenatore: "No no, mi sono già stressato abbastanza da giocatore con ritiri e partite. Mi piacerebbe, però, fare il dirigente. E se dovessi rientrare nel calcio penso che lo farei soltanto a Firenze. Lì ho lasciato tanti amici e ho ancora la casa". Più desiderio che sogno, il cuore di Seba Frey batte ancora per la Fiorentina.

    @francGuerrieri

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