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  • Frosinonemania: non doveva andar così

    Frosinonemania: non doveva andar così

    • Alessandro Iacobelli
    No! Bisognava buttarla dentro! Due esclamazioni rabbiose che dominano nella mia testa. Sì è vero, a caldo si può smarrire il senso della realtà circostante. Il motivo di tanta bile? Il destro spedito su Via Aldo Moro da Pinamonti e la respinta di Strakosha sul mancino di Trotta. C’è altro? Il rammarico per quello che poteva essere e fatalmente non è stato.

    Contro una Lazio un po’ sbiadita, appesantita e svuotata dalla battaglia eroica di "San Siro" l’esito poteva rendere la serata dello “Stirpe” più gradevole. Badelj, Durmisi e Marusic non sono i titolari e si è visto. Un’altra ruota di scorta (e con questo non voglio declassare la punta ecuadoriana) ha sparato il suo sinistro trovando il bersaglio. I tre punti di Caicedo peseranno a fine stagione. Le occasioni buttate al vento dai canarini pure.

    Un Frosinone tosto, brutto e bello al tempo stesso. Coperto, ordinato, razionale e folle nel ripartire. Il catenaccio e contropiede in tutto il suo anacronistico splendore. Una sorta di zona mista 2.0 sulle orme del compianto Bearzot. Eravamo incerottati in difesa, senza la rivelazione Ghiglione e privi di una utile opzione a centrocampo come Cassata. Incerottati sì, ma belli. Note positive a catinelle. Pensate a Viviani. Il regista preciso, sciolto e disinvolto che aspettavamo con il batticuore.

    “L’insostenibile leggerezza dell’essere” ha tradito anche il Frosinone. Kundera insegna. Passeranno giorni prima che la mia rabbia possa attenuarsi. Cosa mi consigliate? Una calda camomilla? Ne riparliamo dopo la Samp.

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