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  • Fuori i nomi dei 5 deputati che hanno richiesto i 600 euro!

    Fuori i nomi dei 5 deputati che hanno richiesto i 600 euro!

    • Lorenzo Denaro
    Finito lo stupore per la notizia, adesso è caccia al politico. L’indignazione per la richiesta di indennità Covid fatta da 5 parlamentari e ottenuta, pare, da 3 di questi, continua a crescere. La notizia è ormai di qualche ora fa e a darla è stato direttamente l’INPS. I cinque deputati fanno parte dei circa 2000 politici che a livello nazionale e locale hanno fatto richiesta per ottenere i 600 euro di sostegno.

    E’ bene sottolineare che sono situazioni molto diverse. Un consigliere comunale, magari di un piccolo comune di provincia, per il suo impegno politico prende pochi euro grazie a gettoni di presenza. Un deputato tra stipendio e indennità varie, guadagna tra i 12 e i 18 mila euro. Tra i partiti adesso si sta facendo di tutto per stigmatizzare l’accaduto. Di Maio usa i termini “Vergognoso” e “Inaccettabile”, Salvini e Meloni si scagliano contro i 5 deputati ma anche contro il governo, colpevole di non aver inserito nessun tetto di reddito per chi richiedeva l’indennità. Col passare delle ore arrivano le prime ammissioni. Il coordinatore del centrodestra a Firenze, Ubaldo Bocci, che sfidò Nardella come candidato Sindaco, ha chiesto i 600 euro dichiarando: “Li ho riscossi per darli in beneficenza”. Come lui, diversi sono stati a livello locale tra consiglieri e amministratori ad autodenunciarsi.

    Ma a finire sotto la contraerea della politica è anche Tridico, presidente INPS, a cui tutti stanno chiedendo i nomi dei cinque. L’economista a capo dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha fatto sapere che secondo le attuali normative privacy, gli elenchi INPS non sono e non possono essere pubblici. Così nelle ultime ore si sta assistendo al valzer delle proposte per ottenere i nomi. Da Italia Viva (che avrebbe tra i suoi uno dei cinque) hanno fatto sapere che è già in corso un’indagine interna ed Ettore Rosato si dice sicuro che nessuno nel partito ha preso l’indennità. Il ministro degli Esteri Di Maio ha chiesto che tutti i deputati del M5S firmino una rinuncia alla privacy per dimostrare totale trasparenza.

    E’ bene ricordare che la rinuncia ad un diritto costituzionale è tanto complicata quanto pericolosa. Inoltre, ognuno dispone dei propri dati personali, che può rendere pubblici quando vuole, quindi non c’è bisogno di rinunciare ad alcun diritto, basta la sola volontà dei parlamentari di rivelare quelle informazioni. Infine, la legge 33/2013 impone l’obbligo di pubblicazione sulle somme percepite da parte dei parlamentari. E’ solo una questione di tempo quindi, ora o a fine anno, sapremo i nomi.

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