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  • Gallo, l'autogoleador della Serie A: l'eredità di Niccolai e Ferri per il più fantozziano dei gesti

    Gallo, l'autogoleador della Serie A: l'eredità di Niccolai e Ferri per il più fantozziano dei gesti

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Se ci fossero stati i sottotitoli, forse sarebbero serviti quelli di Fantozzi nella celebre “Scapoli contro Ammogliati”, con il protagonista che - a frittata fatta - cerca di scaricare le colpe: “Avvocato, lei con l’occhio mi ha fatto capire…”. E dunque: ormai si sta specializzando. Autogol di Gallo, un marchio di fabbrica. E sono già due quest’anno.

    E’ quello del difensore del Lecce il gesto di questa settimana ricca di gesti non voluti che partono con una intenzione e arrivano a un traguardo non previsto, vero Candreva? Gallo realizza autogol buffi e beffardi, quasi simili nella loro dinamica. Cross dalla sinistra, lui è in mezzo all’area, o anticipa l’avversario o si fida troppo del suo portiere. Contro la Fiorentina aveva cercato di anticipare l’inserimento di Nico Gonzalez: ne era uscita una traiettoria lentissima ma definitiva. Contro il Napoli invece ha stoppato il pallone indirizzandolo verso il proprio portiere Falcone, che a quel punto si è impappinato e se l’è fatto sfuggire dalle mani. Colpe da dividere in due, certo. Ma l’autogol è di Gallo. Battuta stra-citata in Rete: Gallo-Falcone: pennuti che non si intendono.

    E dunque: così è andata a Firenze, così l’altra sera con il Napoli. Se vogliamo guardarlo da una prospettiva storta: l’autogol è una forma d’arte. Da Comunardo Niccolai a Riccardo Ferri fino - più di recente - a Lorenzo Venuti, la storia del nostro calcio è piena di difensori che sbagliano porta. L’autogol è sempre una scorticatura sul proprio Io (se solo Freud sapesse), una lacerazione sulla sindone del nostro orgoglio che innesca ora compassione e ora solidarietà. Chi fa autogol spesso si dispera, oppure implode rassegnato, come il nostro Gallo. Non c’è consolazione per chi fa autogol. Il calcio moderno da anni ha tentato di occultare l’autogol, trasformando in gol anche i tiri deviati e favorendo così gli attaccanti, a discapito dei difensori che però un contributo lo offrono, no?

    Da regolamento una rete è classificata come autogol in due circostanze. Quando un giocatore involontariamente calcia la palla direttamente nella propria porta (retropassaggio sbagliato o rinvio errato) e quando un giocatore devia nella propria porta un tiro, un cross o un passaggio di un avversario non indirizzato nello specchio della porta. Gallo si sta specializzando in quest’ultima disciplina. Non fraintendete: non è scarso, tutt’altro. Ha ventitré anni, è stato tra i protagonisti della promozione del Lecce e quest'anno ha debuttato in Serie A. Non solo: ha pure fatto il suo esordio - a fine marzo - con la maglia dell’Under 21. Gallo oggi comanda - ehm, ehm - la classifica delle autoreti. Lo seguono una ventina di giocatori, tra cui Wisniewski, Dumfries, Theo Hernandez, Ibanez, De Silvestri e via così. E se a fine anno venisse premiato anche l’”autogoleador” più efficace? E’ un’idea che richiederebbe solo un po’ di ironia da parte dei protagonisti. Chissà, chissà.

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