Redazione Calciomercato
Gasperini, con l'Atalanta puoi ancora sognare: provare a puntare allo Scudetto non è solo un'utopia
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Nel day-after la sbornia di emozioni bergamasca, le suggestioni si sono fatte inevitabili. Che questa "donna bellissima" possa essere Napoli, col corteggiamento di cui tanto si chiacchiera da parte di Aurelio De Laurentiis? Oppure qualcosa di ancor più abbagliante nel suo fascino, se non altro per la caratura degli uomini che sono caduti ai suoi piedi e delle rivoluzioni che da quelle storie sono poi nate... Nel mediterraneo sì, ma al di là dei nostri confini, in una piazza che è stata sede dell'ultima vera rottura con il passato quando si parla di pallone: Barcellona. Certo, per Gasp sarebbe difficile dire di no a questo tipo di lusinghe. Ma più che al senso in se, per restare nella metafora scelta dal diretto interessato, occorrerebbe affidarsi alla ragione più che all'istinto. A quel proverbio di chi, spesso, dopo una sbandata finita male, si è ripetuto guardandosi allo specchio: "Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova". Perché è vero, Gian Piero Gasperini ci ha spesso ribadito, specialmente in questi ultimi giorni, quanto ami le sfide; quanto il senso sia spostare un po' più in là l'asticella, trovare nuovi stimoli. La nostra domanda allora diventa: perché non farlo ancora Bergamo?
In fondo quel traguardo Champions, nel 2019, sembrava il culmine, qualcosa di ineguagliabile. Ma Gasperini è riuscito ad andare un po' più in là. Margine, in una società che ha dimostrato di poter lavorare in questa maniera, ce n'è ancora. Anche perché il calcio sembra aver preso una direzione strana. C'è un campionato che ha calamitato quasi tutti gli investitori e gli investimenti - Premier League - e c'è il contorno europeo dove anche i grandi club sono in difficoltà. Guardiamoci intorno. In Spagna abbiamo visto la favola Girona. In Francia il Brest. In Italia, oltre alla Dea, è arrivato il Bologna. E in Germania proprio quel Bayer Levekusen capace di riscrivere le gerarchie tedesche, dopo anni di un Bayern Monaco dominante ma che a oggi ci pare effettivamente in confusione. È vero, nel pallone girano più soldi. Ma spesso sono spesi male. E tante nuove realtà - di cui l'Atalanta è una delle principali rappresentanti - ci si stanno infilando dentro grazie a un mix di fattori a volte illogici, altre volte decisamente meno. Anche perché più che progettualità, nel futuro del pallone si vedono solo fondi, fondi, e ancora fondi. Entità il cui fine è incassare un profitto il prima possibile, mica scrivere pagine di romanticismo sportivo.
Anche a Bergamo da questo punto si sono dovuti adeguare, ma adottando un ibrido interessante. L'investitore straniero ha guardato dentro i bilanci - specie dal 2016 in poi -, ha bonificato la 'x' richiesta dai Percassi e ha avuto poi il miglior approccio possibile: "Fate voi che così va benissimo".
Ecco, in quest'ottica di progetto, in questa realtà di connubio quasi unico tra società-allenatore-piazza, non avrebbe più senso per Gasperini rinnovare nuovamente questa storia d'amore? Bergamo è ai suoi piedi. E a differenza di altre piazze, anche la società non ha mai avuto dubbi su dove schierarsi di fronte a quelle che, passate sotto traccia proprio per natura della stessa città, sono stati screzi o rotture che altrove non avrebbero incassato così bene.
Su tutti, il caso Papu Gomez. Ma anche l'addio di Sartori, artefice del miracolo-bis Bologna; e sul quale si è chiacchierato molto riguardo al tipo di rapporto con Gasperini. O ancora le parole al veleno di qualche ex, Merih Demiral e Joakim Maehle, che raccontavano dei metodi non proprio democratici del Gasp nella gestione della vita di tutti i giorni. Perché sì, come spesso succede ai grandi uomini di successo nello sport, Gian Piero Gasperini non ha fama di avere un carattere facile. E allora una moglie, col tempo, impara a sopportare anche i tuoi difetti. Una nuova compagna dal grande fascino, magari anche abituata ad avere molti corteggiatori e ancor più gossip tutto a lei intorno, non è detto che sia così paziente. Certo, il fascino della conquista e il sangue che ti ribolle nelle vene al solo pensiero, sono un fuoco che non è facile da domare. Ma con quella 'moglie' di Bergamo, Gasperini, se volesse, non avrebbe ancora finito. È evidente poi: bisogna sedersi, bisogna calmarsi, bisogna affinare ancora un po' la strategia, bisogna prendere qualche rischio in più; e bisogna volerlo entrambi. Bisogna anche smettere però di percepirla come un tabù, quella parola lì: Scudetto. Che in fondo non è mica così utopia. Gli ultimi anni ci hanno detto che è stato possibile a Napoli anziché Leverkusen o Lille. E con un'Inter dai conti in disordine e dal futuro tutto da comprendere, con un Milan in confusione totale, con una Juventus in ricostruzione, il panorama italiano delle 'big' non pare esattamente così roseo e dominante. Gasperini, insomma: ci pensi bene!