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  • Gattuso: 'Arthur? Mi piace, ma non ce lo possiamo permettere. Valencia? Vorrei restare a lungo'

    Gattuso: 'Arthur? Mi piace, ma non ce lo possiamo permettere. Valencia? Vorrei restare a lungo'

    • Redazione CM
    Il tecnico del Valencia Rino Gattuso si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, tra campo, mercato e la Liga ai blocchi di partenza. Con un occhio sempre in casa Juve e a uno dei nomi che da settimane agita le idee bianconere in uscita: "Arthur? Certo che mi piace, ma non ce lo possiamo permettere, e allora è inutile girarci attorno o fare promesse che non si possono mantenere. Bisogna lavorare, poi lavorare e poi continuare a lavorare per trovare la nostra identità". 

    I PROBLEMI DEL VALENCIA - "Quando ho deciso di venire qui l’ho fatto a ragion veduta. Sono stato a Singapore e Lim non mi ha ingannato, come può aver pensato qualcuno. Mi ha detto dei problemi economici in assoluta trasparenza. E dei problemi d’ambiente con stampa e tifosi. Ho accettato perché volevo misurarmi con un calcio di altissimo livello che sento vicino al mio pensiero. Del resto la mia storia dice che se le cose non sono difficili non mi chiamano, e nemmeno mi piacciono. All'estero la mentalità si apre".

    PROFESSIONE TECNICO - "Gente sorpresa dalle mie idee? Finalmente. Ci ho messo un po’ a far ricredere la gente, e sono contento del risultato. Io ho sempre cercato un calcio propositivo, e soprattutto di trasmettere qualcosa. Per questo lo scorso anno sono rimasto fermo: non avevo nulla da dare e quando è così parto sempre sotto 2-0. Non sentivo nulla. Venire qui, con tutte le difficoltà del caso, a confrontarsi con una Liga così competitiva ha riacceso il mio fuoco interiore".

    LA PROSSIMA LIGA - "Campionato molto difficile con parametri tecnici elevati e tre club davanti a tutti: Real, Barcellona e Atletico. Dietro, tanti che hanno un denominatore comune: la cura della palla. Qui le priorità non vanno al fisico o ai chilometri percorsi, ma alla “pelota”. I ragazzini crescono con un’identità precisa, pensando alla palla. Poi ogni allenatore sviluppa le sue idee".

    SERIE A - "Il campionato ha perso appeal. Ci sono tre favorite, Juve, Milan e Inter, più la Roma che è quella che sul mercato s’è mossa di più, e la cosa ha portato un grandissimo entusiasmo. L’Inter ha fatto 41.000 abbonati, il Milan è poco dietro, segnali positivi. La A resta sempre affascinante, e ultimamente è anche combattuta. È un torneo nel quale la tattica la fa da padrona e sinceramente non so dire chi lo vincere".

    MERCATO - "Abbiamo preso Castillejo, Lino e Nico dal Barça. Abbiamo perso Guedes e speriamo di rimpiazzarlo, però qui c’è un controllo preciso in termini economici: il Barça domani inizia la Liga e deve ancora iscrivere vari giocatori, è inutile comprare qualcuno che non ti puoi permettere. Nel tunnel di Mestalla c’è una grande foto di Ranieri: mi piacerebbe stare qui un po’ di tempo e far qualcosa di buono. Economicamente siamo limitati, ma a entusiasmo e voglia di lavorare non ci batte nessuno. Il campo ci dirà dove possiamo arrivare".

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