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  • Gattuso e il crollo di primavera: la Champions è davvero a rischio

    Gattuso e il crollo di primavera: la Champions è davvero a rischio

    • Andrea Distaso
    Se il buongiorno si vede dal mattino, Rino Gattuso e il Milan hanno motivi più che fondati per guardare al futuro prossimo con una certa preoccupazione. La fase decisiva della stagione è partita sotto i peggiori auspici, a livello di risultati (un punto raccolto in 3 partite), prestazioni e infortuni, con la doppia tegola di Donnarumma e Paquetà. Ma soprattutto ad agitare il sonno dell'allenatore rossonero e della dirigenza è il fatto che la squadra stia ripercorrendo la tendenza negativa delle ultime tre stagioni, quando nei mesi di aprile e maggio si è assistito a un crollo totale che ha finito per compromettere il raggiungimento degli obiettivi a disposizione.

    DA MIHAJLOVIC A MONTELLA - Non c'è allenatore che tenga, non è una questione di preparatori: quando la linea del traguardo si avvicina, uno scadimento fisico e psicologico diventano la normalità ed è complicato individuarne le cause. Stagione 2015/2016, Mihajlovic e poi Brocchi collezionano negli ultimi due mesi 2 vittorie, altrettanti pareggi e 4 sconfitte, concludendo il campionato al settimo posto e perdendo la finale di Coppa Italia contro la Juventus. In estate arriva Montella e, dopo l'illusione di una zona Champions alla portata al termine del girone d'andata e un'inaspettata vittoria in Supercoppa contro i bianconeri, nella seconda parte dell'annata i rossoneri spariscono e nel finale, complice anche il passaggio di proprietà ai cinesi, faticosamente riescono a centrare il sesto posto. Due vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte il misero bottino raccolto dalla trasferta di Pescara a quella di Cagliari, con in mezzo un pari miracoloso strappato nel derby e due pesanti ko interni con Empoli e Roma.

    ADDIO CHAMPIONS? - E veniamo alla stagione scorsa, la prima con Gattuso, a cui va concessa l'attenuante di aver ereditato da Montella un gruppo a pezzi a stagione in corso. Nonostante questo, l'ex centrocampista riesce a portare i suoi a ridosso del quarto posto prima della sconfitta di Torino del 31 marzo 2018: da quel momento in avanti, un mix di stanchezza fisica e mentale producono lo score di 3 vittorie, 5 pareggi e una sconfitta (in casa con un Benevento già retrocesso), che significano il solito sesto posto e l'umiliazione nella finale di Coppa Italia per mano della Juventus. Un leit motiv che rischia di ripetersi, con un gruppo che, nell'ultimo match con l'Udinese, è apparso in imbarazzo fisico ma che già da qualche settimana aveva espresso un'usura mentale spia di cattivi presagi. Gattuso è autorizzato a fare gli scongiuri, ma ancora una volta il Milan arriva nei pressi del traguardo con un inquietante fiatone.

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