Milan-Inter, comodo licenziare Gattuso e Spalletti
LA RESPONSABILITA’ DEI CLUB - Torniamo alla premessa. Non possiamo dire che i due allenatori stiano facendo una stagione memorabile. Hanno sbagliato tanto entrambi, soprattutto in coppa, con le eliminazioni in Europa League. Ma oggi l’Inter è terza in campionato, il Milan quarto e in semifinale di Coppa Italia. E visto quanto è successo in questo decennio, la domanda da porre è un’altra: licenziando i due allenatori, siamo certi che Inter e Milan troveranno dei giovamenti? Vogliamo dire che rovesciare la responsabilità sui due tecnici non è sbagliato, ma molto, troppo comodo. Se finora Inter e Milan sono state umiliate dalla Juventus, battute dal Napoli e in diverse stagioni anche dalla Roma, la responsabilità è soprattutto di società che fatichiamo a riconoscere. Prendiamo proprio l’esempio di Spalletti: se avesse avuto dietro di sé una società forte, autorevole, certa della sua linea, non avrebbe mai occupato spazi che non gli competono come è successo nel caso-Icardi. La storia della mediazione umiliante (su cui siamo totalmente d’accordo) non sarebbe finita davanti alle telecamere ma discussa in una stanza della sede. Per trovare un riferimento, l’Inter ha assunto Marotta e per cercare un’identità storica ha confermato Zanetti. Ma chi è l’Agnelli dell’Inter? Chi è il padrone? Chi è l’unico riferimento che conta davvero? Suning è una società ad azionariato diffuso che fa capo al padre di Zhang, un ragazzo di 27 anni nominato presidente dell’Inter. La sede è in Cina, in un altro mondo. Il marchio non è impresso col fuoco, c’è dispersione di storia, c’è difficoltà a riconoscere il club. Ancora peggio il Milan, che ha assunto Leonardo come riferimento e Maldini per cercare un legame forte col passato. Ma chi fa la voce del padrone quando ci sono dei problemi da risolvere?
I lettori potranno dire che il calcio va avanti e chi scrive resta indietro. Può essere. Ma la cronaca, almeno quella del calcio italiano, ci suggerisce che la Juve di Agnelli (che vive e lavora di Juve) domina incontrastata da quasi un decennio, che oggi l’unico club capace di non farsi staccare troppo è il Napoli che ha un presidente presente (perfino troppo) come De Laurentiis, che la Lazio con Lotito e Tare (vertice asciuttissimo) ha fatto dei risultati incredibili, che l’Empoli di Corsi è un modello, che l’Atalanta di Percassi ancora di più, e dice pure che la Roma americana è in piena crisi, che il Bologna canadese rischia la retrocessione, che la Fiorentina ascolana ha i suoi problemi di rapporti interni ed esterni. Non c’è bisogno solo di presenza fisica, ma di presenza autorevole. Sennò si può sempre licenziare l’allenatore.