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  • Genoa, la prima volta di Yeboah: tra caffè sospesi e il tocco di zio Tony

    Genoa, la prima volta di Yeboah: tra caffè sospesi e il tocco di zio Tony

    • Marco Tripodi
    Kelvin Yeboah lo aveva detto. O quanto meno lo aveva fatto capire: quella appena cominciata sarebbe dovuta essere per lui e per il Genoa la stagione della rivincita e del rilancio dopo le delusioni che l'avevano preceduta.

    AVVIO IN SALITA - Sbarcato a gennaio in Liguria con al collo la metaforica medaglia di bomber italiano più prolifico d'Europa dopo Ciro Immobile e con l'onere di acquisto più costoso del nuovo corso genoano, l'italo-ghanese si è presto ritrovato invischiato in quello stesso limo che ha avvolto e impantanato il Grifone. Complice una situazione di squadra non esattamente idilliaca, nel suo primo semestre rossoblù quel talento di cui Madre Natura lo ha dotato non si è quasi mai visto. Nessun gol, solo qualche lampo, appena qualche sprazzo di classe. Troppo poco per giustificare le aspettative riposte in lui.

    SIRENE SPENTE - Eppure lui per primo sapeva che il vero Kelvin era un altro. Un pensiero condiviso anche a Villa Rostan, destinazione negli ultimi mesi di diverse offerte di mercato. Molti club, soprattutto francesi, belgi e olandesi, hanno infatti bussato alla dimora rossoblù per provare a portare Yeboah lontano da Pegli. Ma tutti hanno ricevuto la medesima risposta: "Kelvin non si muove!". Un imperativo dettato da herr Blessin in persona, colui che pure in passato non aveva lesinato critiche anche piuttosto colorite al ragazzo. Il tecnico tedesco intuiva il potenziale inesploso del giocatore e non aveva intenzione di rinunciarvi.

    VOGLIA DI RIVALSA - Incassata la fiducia del mister, Yebo ci ha messo del suo per ripagarla. Scottato e dispiaciuto per come erano andate le cose a livello personale e di squadra, ha lavorato sodo durante l'estate per ottenere la sua rivincita, curando ogni dettaglio. Anche quelli scaramantici. Abbandonato senza troppi rimpianti il 45 che lo ha accompagnato nel suo primo semestre italiano, Kelvin ha deciso di portare sulle spalle il numero 21. Evidente omaggio a zio Tony, monumento vivente del calcio africano che con quelle due cifre sulla schiena fece impazzire a cavallo del Millennio le difese di mezza Europa.

    CAFFE' SOSPESO - I risultati si sono visti subito: gettato nella mischia nella ripresa della gara di Coppa Italia con il Benevento, Yeboah è entrato in campo con il piglio giusto, mostrando voglia e idee. Soltanto pochi centimetri, quelli di un piede troppo avanzato rispetto all'ultimo difensore avversario, gli hanno negato la gioia del primo gol in rossoblù. Una gioia che, come lui stesso aveva annunciato via social, era però soltanto rinviata. E alla prima occasione Kelvin ha dimostrato che le sue non erano parole di circostanza, griffando il pesante successo in Laguna del Grifone e festeggiandolo con l'immancabile gesto del caffè che da sempre accompagna ogni suo prodezza. 

    Un caffè restato troppo a lungo in sospeso e per questo ancor più gustoso, consumato nella tarda serata veneziana e in grado di far passare insonne una splendida notte di Ferragosto a tutti i tifosi del Genoa. Chissà che non sia la prima di una lunga serie...

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