Non è bastata la vittoria di Brescia contro il Cagliari per allontanare lo spauracchio retrocessione. Il Genoa ha bisogno di fare punti a Udine per poi tagliare il traguardo davanti al Lecce nell'ultimo match contro il Palermo. La classifica dice che il Grifone è a +3 sui salentini, ma in realtà il distacco si riduce a due lunghezze per via della differenza reti. Si torna quindi a quello che è stato il vero problema del Grifone: la difesa. Senza le disfatte di Napoli, Catania e in casa contro il Siena (18 gol subiti in tre gare), o per meglio dire senza la caterva di reti incassate in queste occasioni, i rossoblù avrebbero potuto avere una differenza reti migliore e guardare al Lecce con minore preoccupazione. Il passato è passato, inutile rimuginare: nelle ultime due gare, nonostante le difficoltà, sarà la compattezza difensiva a dover trascinare il vecchio balordo lontano dal pericolo.

De Canio sta studiando la soluzione migliore per strappare punti sul difficile campo di Udine. Impresa da bollino rosso per chi quest'anno in trasferta ha collezionato praticamente solo figuracce. Basta - e avanza - fare un punto, anche se il Lecce dovesse battere la Fiorentina. Con una pareggio infatti i rossoblù potrebbero giocare l'ultima di campionato con la sicurezza di poter guardare solamente a sé stessi senza dover chiedere alcun aiuto al Chievo, ultimo avversario dei salentini. Pronto quindi un Genoa catenacciaro per togliere aria alla sempre bella ed efficace manovra friulana. A San Siro senza l'espulsione di Jankovic e la disattenzione al 90' su Boateng i rossoblù avrebbero potuto pareggiare 0-0, risultato che a Udine sarebbe festeggiato come la più bella delle vittorie. De Canio proverà a rimettere in campo la stessa squadra, con il solo Palacio in attacco, una mediana foltissima e tutta muscolare trascinata da Biondini e Kucka a protezione della difesa più battuta del campionato. Basterà rovesciare il detto 'la miglior difesa è l'attacco' per salvare i rossoblù da baratro?