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  • Genoamania: dividere lo scudetto delle pistole in 4? Inutile ruffianeria

    Genoamania: dividere lo scudetto delle pistole in 4? Inutile ruffianeria

    • Marco Tripodi
    Nel paese di Machiavelli, nel quale ogni cosa sembra complicata per natura, c'è sempre chi si adopera per far scendere a patti guelfi e ghibellini. Anche quando francamente non se ne sente proprio la necessità.

    L'ultimo caso è quello di una giurista milanese che avrebbe studiato un modo per chiudere una volta per tutte il lungo contenzioso riguardo allo scudetto della stagione 1924/25.

    La proposta della studiosa lombarda è semplice: siccome ben quattro società (Bologna, Genoa, Lazio e Torino) vantano in qualche modo diritti di vittoria su quel controverso campionato perché non accontentarle tutte assegnando uno scudetto ad ex-equo? Una soluzione insomma degna della saggezza di Salomone. O forse solo un modo un po' ruffiano per guadagnarsi un quarto d'ora di visibilità sui media nazionali.

    Io onestamente propendo più per la seconda ipotesi. Ma premetto che per me tutta questa vicenda ha poco senso. Che valore può avere infatti raggiungere uno scudetto ad un secolo di distanza? Nel caso del Genoa vorrebbe dire cucirsi la tanto agognata stella d'oro sul petto, mentre per la Lazio significherebbe raggiungere nella speciale graduatoria tricolore i cugini giallorossi. Per il Toro infine l'ottavo sigillo compenserebbe quello revocato nel 1927. Tutti quindi, ad eccezione del Bologna già attuale intestatario di quel titolo, vedrebbero arricchirsi la propria bacheca. Inoltre, secondo alcuni, si farebbe anche un atto di giustizia storica andando a cancellare gli indubbi misfatti compiuti in quel epoca. Fatti tanto gravi da tramandare il campionato ai posteri con il soprannome di 'scudetto delle pistole', il che la dice lunga sul clima che si respirava attorno al pallone.

    Tuttavia ribadisco che per quanto mi riguarda tutta questa vicenda lascia il tempo che trova. La gioia dello sport, sia in chi lo pratica che in chi lo segue, sta nel celebrare un trionfo nel momento in cui quello si compie. E quando si sfoglia nel tempo l'album dei ricordi riportare alla mente quegli attimi di gloria. Come si farebbe ad esser felici per un successo ottenuto in tribunale a 95 anni di distanza e oltretutto da dividere con altre tre tifoserie? Che valore avrebbe un quarto di scudetto da cucirsi sul petto dopo averlo guadagnato a forza di carte bollate? Per quanto mi riguarda nessuno. Eppure sono convinto che per un simile successo ci sarebbe anche chi scenderebbe in strada a fare i caroselli. Magari in compagnia dei tifosi dell'altra squadra, in un improbabile corteo nel quale i guelfi canterebbero per una volta a fianco dei ghibellini.

    La storia, anche quella del pallone, è piena di errori. Ma se proprio la si vuol revisionare almeno che si prendano delle decisioni nette e non si cerchi di applicare delle inutili misure cerchiobottiste. Così facendo si aggiungerebbe un'ingiustizia giuridica a quella storica.

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