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  • Genoamania: il diritto alla protesta e quello a non schierarsi

    Genoamania: il diritto alla protesta e quello a non schierarsi

    • Marco Tripodi
    Si può essere d'accordo o meno con la contestazione dei tifosi del Genoa contro Preziosi. Si può scegliere se restare da una parte o dall'altra della barricata o addirittura se rimanere neutrali in questa guerra di nervi che da troppo tempo si sta trascinando avanti. In un paese libero e democratico decidere da quale parte del campo schierarsi è un diritto sacrosanto che nessuno può mettere in discussione. Tanto meno per una palla di cuoio che rotola su un prato verde.

    Indipendentemente da come la si pensi c'è però un aspetto in questa situazione che non si può non sottolineare ed apprezzare. È il comportamento assolutamente civile mantenuto in queste settimane dai capipopolo che gestiscono la crociata anti-Joker. L'ultimo esempio è arrivato ieri dal comunicato diffuso da due delle più frequentate sigle del tifo organizzato rossoblù. Al di là di una forma sicuramente un po' troppo sopra le righe, ciò che conta veramente è la sostanza di quello che si annuncia in quel lungo testo.

    In particolare colpisce il fatto di come centinaia di tifosi domenica prossima siano disposti a sobbarcarsi 1000 chilometri tra andata e ritorno per non andare a vedere una partita scegliendo di esprimere il proprio disappunto semplicemente restando fuori dallo stadio di Ferrara. Vicini alla squadra ma allo stesso tempo sufficientemente distaccati. Una protesta probabilmente inedita, almeno nel nostro calcio fatto troppo spesso di episodi violenti e inqualificabili.

    Nessuno ha dimenticato ciò che accade esattamente 7 anni fa quando sugli spalti del Ferraris si scrisse la pagina peggiore nella storia plurisecolare del club più antico d'Italia. Un capitolo ignobile per tutta la città, vissuta come un'onda anche a tanti anni di distanza. Forse però quell'episodio qualcosa l'ha insegnato: il mugugno (soprattutto a Genova) è un diritto almeno quanto la scelta di non farlo. O almeno questo è ciò che mi piace immaginare.

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