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  • Genoamania: il Grifone va più forte delle ingiustizie

    Genoamania: il Grifone va più forte delle ingiustizie

    • Marco Tripodi
    Mai nella sua lunga storia il Genoa aveva vinto in casa del Cosenza. Ci è riuscito ieri, in maniera anche piuttosto agevole malgrado i tentativi di ostruzione arrivati più dalla squadra arbitrale che da quella calabrese. E questo qualcosa vorrà pur dire.
     
    Significa innanzitutto che il successo di ieri è ben più pesante di quanto possa apparire a prima vista. Significa che il Genoa è una squadra vera e non una raccolta di figurine come qualcuno sostiene o teme. Significa che seppur irta di ostacoli la strada intrapresa dalla truppa di Blessin è quella giusta.
     
    Il Grifone quindi va. Soprattutto in trasferta, dove tralasciando l’inciampo di Palermo ha fin qui mantenuto una marcia trionfale fatta di quattro successi in cinque gare. Un andamento impressionante, suffragato da prestazioni sempre propositive che ne legittimano il bottino raccolto. I numeri del resto difficilmente mentono. Di certo non lo fanno quelli di ieri che hanno visto i liguri surclassare i padroni di casa nel possesso palla, nei tiri effettuati e nel tempo trascorso nella metà campo avversaria. Numeri che neppure le sciagurate decisioni arbitrali, che hanno costretto il Genoa a giocare ingiustamente in 10 per un’ora e al Cosenza di beneficiare di un rigore che con eccessivo eufemismo si potrebbe definire generoso, sono riusciti a mettere in dubbio. E siccome, come recita un vecchio proverbio, ciò che non ammazza rinforza, il Genoa torna dalla trasferta ai piedi della Sila non soltanto con tre punti in tasca ma soprattutto con più certezze di quando è partito. Oggi i rossoblù sanno che se vogliono nulla gli è precluso. A patto di essere umili e compatti come sono stati ieri.
     
    Dal San Vito-Marulla non sono però giunte solo note positive. Il gioco, ad esempio, continua ad essere lacunoso. Solo a tratti il Genoa dimostra di poter strangolare l’avversario, cosa che poi puntualmente non fa. Anche per colpa di un attacco che crea molto ma finalizza pochissimo. Se ieri il Cosenza è rimasto virtualmente in gara fino al 97’ la colpa non è soltanto del signor Baroni e dei suoi colleghi in sala Var, che pure ci hanno messo parecchio del loro per mantenere viva una sfida a senso unico. Ancora una volta il Grifone ha dimostrato di non possedere quel cinismo necessario per chiudere le gare evitando rischi e sorprese inutili. Su questo tasto Blessin deve continuare a pigiare, non accontentandosi di quanto raccolto fin qui. Che pure poco non è.
     

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