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  • Genoamania: il vantaggio di essere brutti e cattivi

    Genoamania: il vantaggio di essere brutti e cattivi

    • Marco Tripodi
    Il tifoso, si sa, non è mai contento. Non lo sono quelli del Real Madrid, abituati a dominare il mondo, figuriamoci se lo possono esserlo gli altri.
    Capita così che anche dopo una vittoria pesante, ottenuta sul campo di una probabile diretta concorrente, ci sia chi storce il naso per come essa è maturata.
     
    A molti sostenitori rossoblù il successo del Genoa sul Pisa, arrivato al termine di una sfida sofferta e con una perla del sempre troppo maltrattato Caleb Ekuban, non basta per soddisfare il proprio palato. Si vorrebbe di più. Si vorrebbe stravincere in goleada, dominando l’avversario come se si stesse affrontando un’amichevole estiva contro una selezione di dilettanti. Ma in Serie B di dilettanti non ce ne sono e per quanto il tuo organico sia (sulla carta) nettamente superiore a quello dei rivali alla fine in campo contano anche altre componenti.
     
    Il Grifone visto ieri a Pisa ha confermato le difficoltà emerse nei precedenti incontri con Venezia e Benevento, soprattutto a livello di manovra e di incisività sotto rete. Coda, autore di oltre 40 reti negli ultimi due campionati è ancora a secco, gli esterni non spingono come dovrebbero e il centrocampo,  pur ottimo in interdizione, fatica a produrre gioco. Inoltre, come già accaduto in Coppa e col Venezia, una volta trovato il vantaggio i rossoblù npn hanno avuto la forza di chiudere la contesa. Attendersi qualcosa di più è lecito e il primo ad esserne consapevole è proprio Blessin (e sarebbe francamente grave il contrario) ma bisogna anche considerare una serie di varianti non trascurabili. A cominciare dal calendario. Pretendere di vedere un Genoa già nel pieno della forma all’alba di una stagione anomala e lunghissima come questa sarebbe non solo errato ma probabilmente addirittura deleterio. La piena condizione non può essere raggiunta dopo appena tre partite e se così fosse ci sarebbe davvero da preoccuparsi. E poi ci sono gli avversari, stimolati a dare il massimo quando affrontano la corazzata del torneo. Inoltre vincere soffrendo, soprattutto ad inizio campionato, può rappresentare un bel bagno d’umiltà per un collettivo che, giustamente, viene elogiato da ogni dove per il proprio potenziale e considerato quasi un intruso nella serie cadetta per il valore che detiene.
     
    Per divertirsi, insomma, ci sarà tempo e modo. Oggi ci si accontenti dei sette punti (di cui sei in trasferta) ottenuti contro tre squadre tutt’altro che semplici. Può sembrare poco ma, conti alla mano, nessuno per ora ha fatto meglio. Anche perché se il Grifo riesce ad espugnare Venezia e Pisa non dando il meglio di sé, figuriamoci quando sarà al top...
     

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