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  • Genoamania: la vera rivoluzione di gennaio è non farla

    Genoamania: la vera rivoluzione di gennaio è non farla

    • Marco Tripodi
    C'era una volta il mercato invernale del Genoa. Una finestra di trattative caratterizzata da un via vai pressoché continuo di calciatori da e verso Pegli. 
    Decine di acquisti, cessioni, prestiti e scambi rendevano roventi le giornate più fredde dell'anno 

    Periodi, neanche troppo lontani, che pure oggi sembrano distanti anni luce. Già, perché pur finalizzando diverse operazioni la finestra appena chiusasi pare una lontana e pallida parente di quelle che l'hanno preceduta nel recentissimo passato del club più antico d'Italia.

    In termini prettamente numerici il mercato di gennaio del Grifone conta cinque acquisti e due cessioni, per un totale di appena sette giocatori coinvolti. Noccioline se paragonate alle orge di nomi che contraddistinguevano l'era Preziosi, quando le operazioni complessive superavano facilmente la media di una al giorno ottenendo spesso come unico risultato quello di stravolgere completamente l'organico a disposizione del tecnico di turno, con le inevitabili ricadute su gioco, risultati e passione popolare. 

    Una politica a cui i tifosi rossoblù avevamo ormai fatto il callo ma che è stata completamente spazzata via dall'avvento della proprietà a Stelle&Strisce. Non senza un certo sollievo da parte degli stessi sostenitori, ormai esasperati dalla certezza di dover cambiare idoli nel mezzo della stagione. Forse perché motivati anche da una prima parte di stagioni certamente positiva, e dunque timorosi di danneggiare un meccanismo che comunque sta funzionando a dovere, gli uomini mercato della 777 Partners hanno accantonato le rivoluzioni puntando decisamente su una serie di trattative mirate e condivise con mister Gilardino. Sono così arrivate due punte (Dragus e Salcedo) con caratteristiche differenti tra loro ma anche rispetto agli altri attaccanti già presenti in rosa, che potranno aumentare le possibilità di scelta e variazione sul tema dell'allenatore biellese; un esterno esperto e affidabile come Haps, che andrà a coprire la falla lasciata sulla corsia mancina dall'infortunio di Pajac; un difensore giovane e promettente, Matturro, che avrà tutto il tempo di crescere con calma e di ambientarsi al mondo nuovo che l'ha accolto. E poi c'è il ritorno di Mimmo Criscito, storia che merita un capitolo a parte nel romanzo del mercato invernale rossoblù e che rappresenta quel quid in più di classe e appartenenza alla maglia che solo l'ex capitano può garantire.

    Mirate sono state anche le cessioni. Via, ma solo a titolo temporaneo, l'eterna promessa Yeboah e il poco utilizzato Galdames. Nella speranza che entrambi sappiano rilanciarsi sotto altri cieli per poi tornare un giorno utili alla causa rossoblù. 

    Forse si poteva fare di più. Probabilmente si poteva anche fare meglio. Le considerazioni a gong suonato sono quelle che accompagnano ogni chiusura di calciomercato. Anche se l'unico giudizio che conta realmente lo daranno, come sempre, soltanto il campo e il tempo. Fare previsioni e dare un voto alla campagna acquisti-cessioni del Genoa è dunque un'opera tanto aleatoria quanto inutile. Ciò che si può affermare con certezza è che a questa dirigenza le idee non mancano, appaiono piuttosto chiare e soprattutto, sembrano in gran parte coincidere con quelle del tifoso rossoblù che oggi ha una sola cosa in mente: il ritorno in Serie A. E questa se vogliamo è la vera grande rivoluzione del gennaio del Grifone.


     

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