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  • Genoamania: quando la testa batte la classe

    Genoamania: quando la testa batte la classe

    • Marco Tripodi
    La bellezza del calcio sta nella sua imprevedibilità, anche se il risultato finale di una partita non è quasi mai frutto di una serie di combinazioni casuali. Il successo ottenuto ieri dal Genoa sulla Juventus è la riprova di queste due affermazioni.

    Il fatto che la dodicesima forza del torneo riesca a battere la prima della classe, seppur infarcita di seconde linee che comunque farebbero la differenza in qualsiasi altro club d'Italia, è la naturale conseguenza del modo in cui le due formazioni sono scese in campo. A risultare decisivo è stato soprattutto l'approccio mentale delle due squadre. Da una parte c'era un gruppo euforico ma svuotato di energie fisiche e mentali dopo l'impresa europea di 5 giorni prima; dall'altra un collettivo reduce da un trittico di prestazioni deludenti ma che al cospetto della capolista non aveva nulla da perdere. Motivazioni agli antipodi insomma che hanno finito per fare la differenza, annullando quasi completamente l'imparagonabile gap tecnico esistente tra le due squadre.

    Ma anche la tattica ha avuto il suo ruolo decisivo ai fini dell'esito dell'incontro. Abbandonati gli esperimenti con tridenti, trequartisti e seconde punte varie, ieri Prandelli ha optato per un classico e pragmatico 4-4-2. Senza inventare nulla ma soltanto cercando di far rendere al massimo il materiale che ha a propria disposizione, il tecnico bresciano ha rivoluzionato una squadra che ieri sembrava la bella copia di quella vista nell'ultimo mese. Centrocampo in linea, vecchia maniera, nella quale i fronzoli lasciano spazio alla sostanza; terzini bloccati che pensano più a contenere che non ad offendere; Kouame riportato in zona centrale, molto più vicino alla porta avversaria. Il resto lo hanno fatto i cambi, raramente così azzeccati come in questa occasione. E mentre Allegri è sembrato mandare in campo undici uomini scelti quasi a caso tra quelli a sua disposizione, il collega rossoblù ha invece ponderato nel dettaglio ogni singolo duello. Scelte opposte anch'essa in fondo figlie in un diverso approccio alla sfida.

    Insomma, riprendendo un vecchio assioma del pallone, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ieri pomeriggio abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione di come il calcio sia una cosa semplice. Nel quale schemi, tattiche e tecnica sono fondamentali. Anche se poi alla fine le partite vengono spesso decise dalle motivazioni.

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