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  • Genoamania: quel campanello d'allarme da sfruttare in futuro

    Genoamania: quel campanello d'allarme da sfruttare in futuro

    • Marco Tripodi

    Una dolce novità ed un'amara conferma.

    La rocambolesca vittoria di ieri sera sul Perugia ha lasciato in eredità al Genoa soprattutto due aspetti contraddittori.


    PASSAGGIO DEL TURNO - Il primo è che finalmente, dopo tempo immemore, il Grifone riesce ad avanzare nella Coppa nazionale senza inciampare in ostacoli apparentemente facili, o comunque nettamente alla sua portata. Nei giorni scorsi tanto si è scritto e parlato delle varie scottanti eliminazioni subite dai rossoblu in passato in Coppa Italia. Sembrava un tabù che non a caso Ivan Juric voleva a tutti i costi sfatare. Per farlo il tecnico croato non ha esitato a mandare in campo diversi titolari, come Burdisso, Veloso, Laxalt, Ocampos e Simeone. Un chiaro segnale di cosa si aspettasse dalla sfida con gli umbri. Un volere ribadito anche nel post-partita, in cui Juric si è detto “molto contento” per l'approdo agli ottavi di finale di quella che lui stesso ha ribattezzato “la nostra Champions League”.


    L'idiosincrasia del Genoa con la Coppa è sintomatica. Dal dopoguerra ad oggi il Grifone ha superato gli ottavi di finale in appena tre occasioni: nel 1958-59, quando arrivò terzo, nel 1962-63 e nel 1991-92, l'anno anche della semifinale Uefa, quando si fermò ai quarti.

    Per tentare quella che sarebbe un'impresa storica, i rossoblu dovranno però scontrarsi con un avversario tosto, per di più da affrontare fuori casa. Quella Lazio che appena due settimane fa rifilò tre sberloni a Burdisso e compagni, in una delle peggiori gare della gestione Juric. Ma il calcio è imprevedibile per natura e ciò che è certo oggi può non esserlo più tra un mese e mezzo. Vedremo.

     

    AMNESIE - Intanto la felicità per il passaggio del turno, cosa tutt'altro che scontata a giudicare dai precedenti, non può però non lasciare spazio ad un'analisi sul modo in cui esso è avvenuto.

    Dopo un primo tempo dominato, contro una squadra di categoria inferiore, zeppa di giovani e seconde linee, il Genoa nella ripresa si è spento, sentendosi evidentemente già appagato di quanto fatto. E il Perugia è stato bravo ad approfittarne, trovando nuova linfa in quelle reti un po' rocambolesche ma per nulla casuali. Un campanello d'allarme preoccupante che dimostra come quando il Grifone si rilassi rischi seriamente di lasciarci le penne. E' già successo in campionato, si è ripetuto ieri in Coppa. Questa squadra non può permettersi cali di tensione, né di gestire le partite neanche quando queste sembrano già chiuse.

    CHIEVO - E' un aspetto che Juric terrà senza dubbio in considerazione già a partire dal prossimo impegno in campionato. Lunedì sera si va a Verona, in casa del Chievo, una squadra con alti e bassi ma con il chiaro indirizzo di giocare sempre la partita senza attendere l'avversario. La situazione sulla carta migliore per il Genoa, che ha dimostrato di sapersi esprimere al massimo soprattutto quando può colpire di rimessa ed in velocità.
    Dopo tre sconfitte esterne consecutive, è giunto il momento di tornare a fare punti anche lontano dal Ferraris.


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