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  • Genoamania: storia già vista. Ma questa volta nessuno si scanserà

    Genoamania: storia già vista. Ma questa volta nessuno si scanserà

    • Marco Tripodi
    Siamo alle solite. Ancora una volta il Genoa arriva in fondo alla stagione con l’acqua alla gola e il fiato rotto dalla paura di precipitare nell’abisso della Serie B. Ancora una volta gli errori commessi nella stanza dei bottoni, prima che sul campo, trasformano le ultime giornate di campionato in un’agognante via crucis per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Grifone.
     
    Un copione già letto e riletto, insomma, che tuttavia presenta questa volta un elemento differentemente sostanziale rispetto al passato. Se nelle ultime tre stagioni la salvezza del Grifo era passata attraverso gare contro avversarie morbide che nulla avevano da chiedere al proprio torneo, ora tra i rossoblù e la salvezza ci sono cinque formazioni destinate, per un motivo o per l’altro, a giocarsela con il coltello tra i denti. A cominciare dal prossimo rivale di Criscito e compagni, quel Lecce rimasto l’ultima alternativa da sacrificare al proprio posto sull’altare della Serie A. Da settimane, prima ancora che il pallone tornasse a rotolare, l’ambiente genoano ha illustrato le rimanenti gare affibiandoli l’abusatissima etichetta di finali. Ma l’unica veramente tale sarà quella di domenica sera a Marassi. Aldilà di ciò che dirà la matematica dopo il triplice fischio è evidente che dall’esito di questa sfida dipenderanno le sorti delle due contendenti. Chi dovesse vincere lo spareggio del Ferraris sarebbe di fatto già salvo, almeno psicologicamente. Ecco perchè il Genoa, nonostante il punticino di vantaggio, non potrà permettersi calcoli e neppure il lusso di accontentarsi di un pareggio che di fatto non risolverebbe nulla. Soprattutto alla luce dei successivi impegni che attendono la banda di Nicola.

    Mercoledì i rossoblù saranno protagonisti del derby più triste di sempre contro una Sampdoria ormai serena che per la prima volta in nove anni avrà l’opportunità di cancellare il doloroso ricordo di Mauro Boselli. Inutile e anche sbagliato attendersi regali dai cugini, che giustamente daranno il massimo per aggiungere un nuovo capitolo ad una storia che loro considerano ancora in sospeso. Archiviata la stracittadina, a Marassi arriverà un’Inter rilanciata dalle residue velleità-scudetto ma anche dalla voglia di agguantare quanto meno la seconda piazza di un campionato altalenante. Quindi il Genoa partirà per l’ultima trasferta dell’anno, quella in casa di un Sassuolo ancora in corsa per un posto in Europa e che in questo momento appare la squadra più in forma del torneo assieme all’Atalanta. La stagione rossoblù si concluderà in casa, al cospetto del sorprendente Verona di Ivan Juric. Anche in questo caso chi si attendesse uno scansamento da parte del grande ex è invitato a rivedersi l’esultanza con cui il tecnico croato accolse la vittoria dei suoi nella gara d’andata.
     
    Insomma ora più che mai il destino del Grifone è nelle sue mani. Se ancora una volta il club più antico d’Italia dovesse riuscire a sfangarla sarà solo ed esclusivamente per meriti propri e non per gentili concessioni altrui come avvenuto troppo spesso nel recente passato. E questo è bene che qualcuno lo sappia. In campo ma anche nella stanza dei bottoni.
     

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