E’arrivata la notizia più brutta del Gasperini bis. Juraj Kucka è ko, il legamento del ginocchio ha fatto crack, starà fuori dai quattro ai sei mesi, praticamente arrivederci all’anno prossimo. Un infortunio duro da digerire soprattutto in questo momento a cui per spiccare il volo al Genoa serviva il suo carrarmato. Se vogliamo guardare il lato positivi, difficile davvero, si può sempre pensare che l’episodio allontana per l’ennesima volta una sua partenza da Genova.

Non basta però per tornare a sorridere, perché Kucka è stato a tutti gli effetti il simbolo della rinascita rossoblù. Il passaggio da centrocampista puro a falsa ala, è stata la più geniale delle invenzioni di Gasperini. Così Kucka è tornato ad arare il campo, a travolgere gli avversari e ad essere decisivo in zona gol. Lui ha avuto l’umiltà e la voglia di rimettersi in gioco, di ricominciare ad imparare, sfruttando il suo fisico potente, la capacità di inserimento e la buona produttività in zona gol.

Grazie a lui il Genoa ha trovato quello che gli mancava. Un  raccordo tra il centrocampo e l’attacco, la pedina che hanno cercato invano i tanti allenatori approdati negli ultimi anni sotto la Lanterna. Ci mancherà Kucka, mancherà anche ai tifosi che qualche mese fa lo beccavano per i suoi coinvolgimenti sul mercato che lui stesso ha poi ammesso averlo travolto levandogli la capacità di esprimersi ai massimi livelli con la maglia rossoblù. La cura Gasperini aveva inciso anche sul suo rapporto con la Gradinata Nord, migliorandolo sensibilmente.

In attesa di rivedere sui campi Juraj Kucka, il tecnico dovrà ora trovare una soluzione e difficilmente sarà interna. Nessuno ha le caratteristiche dello slovacco e Bertolacci, ragazzo di ottime qualità, in quel ruolo è stato già provato senza risultati positivi. Si dovrà ricorrere al mercato, un tipo alla Sculli farebbe comodo, ma quello di qualche anno fa non quello di adesso. Livaja porterebbe classe insieme ad un carattere da rivedere. El Shaarawy? E’ quasi Natale e sognare non costa niente ma non mettiamoci il cuore sopra, insomma la pista buona deve ancora essere costruita.