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  • Ginola racconta: 'Sono stato morto per otto minuti'

    Ginola racconta: 'Sono stato morto per otto minuti'

    "Sono stato clinicamente morto per otto minuti". David Ginola, 56 anni, racconta al Sun i drammatici momenti del 2016, quando è stato al bivio tra la vita e la morte. L'ex giocatore tra le altre di PSG e Tottenham, è stato colpito da infarto durante una partita di beneficenza, giocata a Mandelieu (Francia) nel maggio del 2016. A salvarlo, prima ancora dei medici, è stato il calciatore Frederic Mendy, eseguendo la rianimazione cardiopolmonare: "Quando sei incosciente, sei a un bivio e ci sono due strade: la vita o la morte - spiega Ginola -. Perché ho scelto la vita? Non lo so, perché ero incosciente. Ma sono un combattente".

    L'IMPORTANZA DELLA RCP - "I medici hanno detto che se Frederic Mendy non avesse agito così rapidamente e non avesse eseguito la RCP per più di otto minuti, sarei morto o sarei entrato in uno stato vegetativo perché il mio cervello era privo di ossigeno". Ginola è stato poi sottoposto a un quadruplo bybass in un'operazione durata sei ore in un ospedale di Monaco. Quando il tuo cuore smette di battere, devono curarti il ​​prima possibile. Pertanto, l'esecuzione della RCP diventa vitale. Il medico era sollevato dal fatto che fossi morto da così tanto tempo ed è stato un miracolo che non avessi danni cerebrali. Ho dato lui ho ringraziato il chirurgo per avermi salvato la vita, ma lui mi ha detto: “Il mio compito era eseguire il bypass. Chi ti ha salvato la vita è stata la persona che ha eseguito la rianimazione". Ginola, che collabora con il quotidiano Sun nella campagna 'Salva una vita in 15 minuti' per spiegare l'importanza della RCP, conclude: "Dobbiamo educare le persone e almeno una persona in ogni famiglia dovrebbe conoscere le basi del primo soccorso. Probabilmente tu non dovrai mai usarlo, ma la conoscenza ti permetterà di reagire se succede qualcosa a casa o al lavoro".

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