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  • Gli oligarchi si sbarazzano dei loro giocattoli e Putin al Cremlino si trova sempre più solo

    Gli oligarchi si sbarazzano dei loro giocattoli e Putin al Cremlino si trova sempre più solo

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Abramovic ha aperto la strada. Venderà il Chelsea e il ricavato andrà
    totalmente alle vittime della guerra in Ucraina. Lo ha annunciato lui anche
    in seguito alle pressioni della figlia Sofia che mal sopporta Putin come il
    fumo negli occhi. L’oligarca russo aveva acquistato la prestigiosa squadra
    londinese diciannove anni fa per la cifra di cento cinquanta milioni di
    euro. Oggi chi volesse assicurarsela dovrebbe sborsare oltre due miliardi e
    mezzo. Per Abramovic non sarà un grosso sacrificio. Il Chelsea, in fin dei
    conti, appartiene al suo parco dei divertimenti.
    Non più di un giocattolo
    che può dispiacergli abbandonare ma che, comunque, non va ad incidere
    sul suo bilancio personale.

    IN FILA - Altri due paperoni russi, Fridman e Deripaska, hanno deciso di seguire l’esempio del collega mettendo sul mercato parte dei loro beni di lusso “non indispensabili” come alberghi e villaggi sparsi in tutto il mondo. In
    Italia è grande la preoccupazione degli operatori di Costa Smeralda e
    Versilia per queste improvvise dismissioni le quali potrebbero provocare
    contraccolpi tutt’altro che indifferenti sulle economie di quelle zone
    turistiche e poi, per effetto domino, sull’intero Paese. Operazioni, queste,
    che vanno ben oltre l’aspetto commerciale e finanziario per tracimare sul
    terreno della politica e, in particolare, sul dissenso che sta montando in
    Russia nei confronti dell’uomo che volle farsi nuovo Zar.


    DELIRIO PUTIN - Quasi certamente l’Ucraina è destinata a crollare sotto la pressione bellica dell’esercito russo. Malgrado l’eroica resistenza del popolo e del suo presidente contro la potenza moscovita vi sarà ben poco da fare
    anche se ci vorranno settimane o addirittura mesi prima che si arrivi al
    giorno della definitiva resa. Ma nel frattempo sarà opportuno osservare
    molto bene ciò che accadrà a Mosca e in particolare al Cremlino dove Putin sembra avere carta bianca per fare e per disfare tutto ciò che gli
    viene in mente durante i suoi deliri visionari che prefigurano il ritorno non
    all’Urss ma alla Grande Madre Russia.

    PROPAGANDA - Il popolo russo non è con lui. Difficile, ma non impossibile, farlo vedere al mondo. Gli episodi di contestazione nelle piazze delle più importanti città vengono soffocate con la violenza e inducono la gente a esporsi il meno possibile. La polizia moscovita è arrivata al punto di portare in carcere
    anche i bambini che accompagnavano per mano i loro genitori dissidenti.
    La propaganda parla di “terroristi” anti russi pagati dall’Occidente e dagli
    americani. Ovviamente non è così, ma è questo che occorre far credere
    all’opinione pubblica la quale è sempre più dubbiosa sulla necessità
    dell’operazione ucraina.

    SOLITUDINE - Un malumore che sta montando anche nelle stanze del potere anche grazie all’arrogante disinvoltura dello stesso Putin il quale si consente di
    prendere in giro davanti a tutti i membri del Consiglio di sicurezza il capo
    del Servizi che tenta di mettere in dubbio le strategie del Capo
    . Ora
    arrivano anche gli oligarchi, cioè i veri padroni della Russia, a mettersi di
    traverso perché penalizzati dalle sanzioni pesantissimi che hanno colpito
    il loro Paese e soprattutto i loro capitali. Putin sembra non curarsi di tutto
    ciò. Ma la sua figura ha come sfondo uno scenario sempre più desolante
    fatto di solitudine.

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