Gonzalez alla Lazio| 'Ora posso firmare'

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E’ diventato italiano, ha acquisito il passaporto. Era a Roma da giorni per sbrigare le pratiche. Alvaro Gonzalez, centrocampista uruguayano del Nacional Montevideo, ora può firmare con la Lazio un contratto di cinque anni. Ha festeggiato ieri sera in un noto ristorante romano, nella zona di Ponte Milvio, era accompagnato da amici e familiari. Ha cenato guardando l’Uruguay sfidare il Sudafrica, lui che ha sfiorato il Mondiale. Tabarez l’aveva inserito nel gruppo che ha preso parte al ritiro. Poi è stato escluso dalla lista finale e si è ritrovato a fare lo spettatore. La chiamata della Lazio è servita per cancellare la delusione. Per legarsi alla società biancoceleste era necessario l’ottenimento dello status comunitario. Ha rilasciato le sue prime dichiarazioni durante l’intervallo del match giocato dalla sua nazionale. Gonzalez, il sogno si è avverato. Ora può sposare la Lazio.
«E’ così, è proprio un sogno giocare nella Lazio, è una svolta per tutta la mia carriera. E’ tutto praticamente definito, aspetto solo di parlare con il mio agente ( Daniel Fonseca, ndr) per ascoltare ciò che deve dirmi».
Adesso si può dichiarare: Alvaro Gonzalez è italiano...
«Oggi (ieri, ndr) si è definito tutto per il mio passaporto. E ora posso definirmi italiano, sono felicissimo. Ho aspettato tanto questo momento».
Sta nascendo una Lazio uruguayana. C’è Muslera, c’è il baby Barreto, è stato bloccato Pablo Pintos e l’obiettivo per l’attacco è Joaquin Boghossian.
«Conosco Pablo Pintos, abbiamo giocato insieme da ragazzi nel Defensor. Poi l’ho visto consacrarsi nel San Lorenzo, è un ottimo giocatore, spero di ritrovarlo a Roma. E’ sempre bello avere in squadra i connazionali. Di certo Fernando Muslera è il più importante. Boghossian? Ha un grande futuro».
Ha già parlato con Muslera?
«Sì, è successo nel ritiro dell’Uruguay. Con Nando abbiamo parlato della possibilità che arrivassi alla Lazio perché in giro si stava facendo il mio nome. E’ successo alcuni giorni prima che la squadra partisse per il Mondiale. Lui è andato in Sudafrica, io sono sbarcato a Roma per completare la pratica del passaporto».
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