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  • Grazie Kobe! Ora il Milan lo aspetta

    Grazie Kobe! Ora il Milan lo aspetta

    • Emanuele Tramacere
    Era il 29 novembre 2015 quando in una tranquilla mattinata autunnale un post, una lettera aperta condivisa sul Theplayerstribune, scuoteva il mondo del basket mondiale. Saper riconoscere il momento giusto per salutare è una delle doti che deve contraddistinguere un grande campione, e quella mattina Kobe Bryant, la stella del basket NBA e dei Los Angeles Lakers, commosse il mondo intero annunciando che questa sarebbe stata la sua ultima stagione della sua carriera. Un fulmine a ciel sereno o quasi, perché i tanti problemi fisici avuti negli ultimi anni ne hanno condizionato e non poco il rendimento in campo.

    Da allora il lungo girovagare per i palazzetti di tutti gli Stati Uniti, l'ultimo saluto, l'addio voluto ed apprezzato, da parte di tutte le tifoserie dell'NBA. Dai rivali storici di Boston, che dopo 23 anni di fischi e insulti gli hanno concesso una lunga standing ovation. Da Chicago con cui ha lottato nei primi anni di carriera che furono anche gli ultimi di Michael Jordan, a San Antonio rivale impressionante negli ultimi e Detroit in grado di fermare la corsa al titolo dei Lakers nel 2004. Durante il suo ultimo All Star Game tutta Toronto si è fermata ad osservarlo e tantissimi sono stati i messaggi di ringraziamento da parte di rivali e compagni come Le Bron James, Chris Paul, Dwayne Wade, Tim Duncan e non solo.

    Kobe è ed è sempre stato questo, un campione controverso, che divide il mondo in lovers, come il sottoscritto che al basket si è avvicinato proprio rincorrendo e cercando di imitare (senza un eccellente successo) le giocate del numero 8 gialloviola, ed haters, coloro che lo hanno fischiato e "odiato" a prescindere. Un giocatore che divide, ma a cui la stima e il rispetto da parte di tutti non sono mai mancati e per questo entrerà nella storia di questo sport come uno dei più grandi di sempre.

    Lui, che è cresciuto in Italia e che all'Italia è estremamente legato. Il padre, Joe, ha chiuso la sua carriera nella nostra Serie A e Kobe ne ha seguito gli spostamenti tra il 1984 e il 1991 quando si trasferì da Rieti a Reggio Calabria, poi a Pistoia e infine a Reggio Emilia. Dalla scuola basket italiana ha imparato tanto, ma dell'Italia, non l'ha mai nascosto, ha mantenuto negli anni la passione per il calcio e per i colori del Milan. Due anni fa visitando Milanello ricordò la grande squadra di cui da bambino si era innamorato. Gullit, Van Basten, Ancelotti, Maldini simboli di una squadra lontana parente di quella che oggi è passata sotto la guida di Brocchi. Kobe ha promesso che se tornerà in Italia a carriera conclusa si concederà un paio di allenamenti a Milanello e perchè no, proverà a ridare al Milan la mentalità vincente che lo ha sempre contraddistinto.

    Kobe questa notte giocherà con i Lakers la sua ultima partita. Il sogno di vederlo alle Olimpiadi di Rio resterà lì, nel cassetto di tutti noi che non vogliono lasciar andare un pezzo di storia. Kobe dirà addio al basket 48.595 minuti, 33.583 punti e 5 titoli NBA vinti dopo il suo esordio. In mezzo il record di 81 punti segnati in una sola partita, nella vittoria per 122-104 contro i Toronto Raptors il 22 gennaio 2006. E' terzo marcatore all-time della storia dell'NBA e anche dei playoff, ma Bryant è stato molto di più di queste semplici e fredde statistiche. E' stato esempio di applicazione e abnegazione. Di spirito di sacrificio e amore per il proprio lavoro. E' stato fonte d'ispirazione per molti che si sono avvicinati alla pallacanestro guardando le sue giocate. Tanti che, come lui, si sono visti nella propria stanza, cestino nell’angolo e 5 secondi sul cronometro. Palla tra le mani 5…4…3…2…1.

    Ciao Kobe, grazie di tutto.

    Emanuele Tramacere
    @TramacEma 


    Grazie Kobe! Ora il Milan lo aspetta
    Cara Pallacanestro,
    dal momento in cui ho indossato i calzettoni di mio papà
    e immaginato di realizzare canestri vincenti nel Great Western Forum
    sapevo che una cosa era reale:

    mi ero innamorato di te.

    Un amore così profondo che ti ho dato tutto me stesso 
    dalla mia mente e il mio corpo al mio spirito e alla mia anima. 

    Da bambino di 6 anni profondamente innamorato di te
    non ho mai visto la fine del tunnel
    ma vedevo solo me stesso correre fuori da ciò.
    E così ho corso.
    Ho corso su è giù per ogni campo dopo ogni palla persa per te.

    Mi hai chiesto di combattere e io ti ho dato il cuore
    perché poi è arrivato tanto altro.
    Ho giocato nella gioia e nel dolore non perché la sfida mi chiamava
    ma perchè tu mi stavi chiamando. 
    Ho fatto tutto per te.
    Perchè questo è quello che fai
    quando qualcuno ti fa sentire così vivo come tu hai mi hai fatto sentire.

    Tu hai dato ad un bambino di 6 anni il suo sogno
    di diventare un Lakers e ti amerò per sempre per questo.
    Ma non posso amarti ossessivamente ancora per molto. 

    Questa stagione è tutto quello che mi rimane da dare.
    Il mio cuore può reggere il colpo,
    la mia mente può gestire lo sforzo
    ma il mio corpo sa che è tempo di dire addio. E questo è OK.

    Sono pronto per lasciarti andare:
    voglio che tu lo sappia ora  così possiamo assaporarci ogni momento che ci rimane assieme.

    Il bello e il cattivo.
    Ci siamo concessi l’un l’altro tutto quello che avevamo
    ed entrambi sappiamo, non importa cosa farò dopo,
    che sarò sempre quel bambino con i calzettoni alzati,
    cestino nell’angolo: 05 secondi sul cronometro.
    Palla tra le mani 5…4…3…2…1. 

    Ti amerò sempre, Kobe



    KOBE BRYANT - "TORNERO' AL MILAN"

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