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  • Han Li: 'Milan un incubo da 10 milioni al mese. Elliott e poteri forti, così lo abbiamo perso. E su Berlusconi...'

    Han Li: 'Milan un incubo da 10 milioni al mese. Elliott e poteri forti, così lo abbiamo perso. E su Berlusconi...'

    "Il Milan? Un incubo". Parola di David Han Li. L'ex direttore esecutivo dei rossoneri racconta la breve parentesi a Milano, non risparmiando attacchi alla stampa italiana e al fondo Elliott, nuovo proprietario del club. "Dopo tutto, siamo solo uomini" esordisce nella lunga intervista a Forbes Han Li, che prosegue: "Ci sono alcune ragioni per cui siamo stati in silenzio. La prima e che ora, non abbiamo fiducia in nessuno. Non ne abbiamo neanche nei media. Solo poche ore dopo che avevamo firmato l'SpA, tutti i nomi degli investitori erano stati resi pubblici. È stato incredibile e ci ha danneggiati molto. C'erano anche alcune cose trapelate dai meeting del nostro board, ma non sappiamo chi le abbia fatte uscire".

    ATTACCHI - "Pesanti attacchi della stampa nei nostri confronti sono sempre seguiti a eventi importanti. La prima volta nel novembre del 2017, subito dopo che avevamo firmato l'esclusiva per il rifinanziamento del debito, un articolo dannoso del New York Times è spuntato fuori. Poi, nella stessa mattina in cui abbiamo iniziato il processo di rifinanziamento del debito a Londra, i media italiani ci hanno attaccati ancora. Chi aveva tutte queste informazioni importanti? Non abbiamo fiducia in nessuno. Non voglio che i giornalisti fraintendano ciò che sto dicendo. I titoli possono diventare verità e le persone vogliono solo sentire e vedere quello che vogliono sentire e vedere, non importa realmente se sia vero e questo fa molta paura. Quindi ho preferito non parlare".

    YONGHONG LI - "Sì, quello è davvero il suo account Twitter. Si fa aiutare con la traduzione, ma parla davvero con il cuore. Pensa anche lui che la sua voce non sia stata ascoltata davvero quando si tratta dei recenti eventi al Milan. Ma è stato davvero ferito da qualcuna delle false e fuorvianti cose che sono state dette su di lui. Istintivamente, tende ad evitare la pubblicità, quindi tende ad evitare i media. Ma quello che ama di Twitter è che può parlare direttamente ai fan, condividere i suoi pensieri, ascoltare i loro punti di vista, senza dipendere dalla stampa che può re-interpretare quello che dice. E ci sono alcuni falsi report che Mr Li correggerà".

    PERCHE' INVESTITORI CINESI NEL MILAN - "Hanno iniziato a trasmettere partite di calcio italiano in Cina alla fine degli anni Ottanta e all'inizio degli anni Novanta e io ho amato il Milan da allora. Ci sono molte persone nate negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta che hanno davvero grandi ricordi e rispetto per il Milan, hanno una grande immagine di un club che ha vinto e dominato il mondo del calcio all'epoca".

    STORIA - "Per noi la storia del Milan era molto importante, visto che c'erano tanti bravi calciatori nel passato. Probabilmente c'erano più leggente al Milan che al Real Madrid o al Barcellona. I più popolari in Cina? Shevchenko, Kakà, Maldini, Gattuso, Pirlo, anche Ronaldo e Ibrahimovic e ovviamente Van Basten e Rijkaard, Baresi. Ce n'erano tanti. Quando ero piccolo, i miei amici e io abbiamo imparato i cori del Milan per molti giocatori. Circa 17 anni fa, la prima partita che ho visto in uno stadio in Italia è stata del Milan. Alla fine, c'è una connessione là, è speciale per me".

    RESPONSABILITA' - "È stato surreale. Il giorno dopo abbiamo realizzato che questo era fardello pesantissimo. Ho capito, da tifoso del calcio, quello che abbiamo compiuto, ma anche che eravamo il management. Avevamo molti doveri e dovevamo prenderci la responsabilità. È stato importante per noi che il club migliorasse e migliorasse, quindi non c'era tempo per riposare. Avevamo la responsabilità del club e di milioni di tifosi. Non era semplice. Volevamo essere amati e rispettati come chiunque. In alcuni modi mi sono dovuto adattare dall'essere un tifoso ad essere parte del club. Noi, come proprietà, non eravamo coinvolti nelle decisioni ordinarie della dirigenza, ma abbiamo preso i consigli del management e discusso con loro gli argomenti importanti. Alla fine, ognuno deve prendersi la responsabilità delle proprie decisioni, quindi ho provato duramente ad adattarmi. Ma sfortunatamente, come molte cose, come proprietari e management, le nostre mani erano legate".

    PROBLEMI - "I problemi non erano con i tifosi, ma con le persone importanti, quelle che avevano il potere e proteggevano i loro interessi. Quindi, è diverso. Avrebbero fatto qualunque cosa per tenerci lontani e tenerci lontani dal giro".

    GOVERNO CINESE - "Penso sia meglio non commentare molto a riguardo. Sono state decisioni prese dal governo, capiamo e rispettiamo".

    BERLUSCONI - "Abbiamo offerto la presidenza onoraria a Berlusconi. All'inizio ha accettato, ma pochi giorni prima del closing ha detto che non poteva più accettare la nostra offerta. Non ci ha dato una ragione, non ha detto nulla. Ci sono molte ragioni per cui noi gli abbiamo offerto la presidenza. Il club ha avuto la sua bellissima storia grazie a Berlusconi, questo non poteva essere dimenticato. In più la sua influenza, la sua immagine e i suoi rapporti, era qualcosa che volevamo rispettare facendo questo passo. Specialmente in quanto eravamo nuovi nel paese e speravamo di avere qualcuno ad aiutarci".

    GESTIONE - "In un club calcistico, non stai gestendo una macchina ma migliaia di persone. La tua visione deve essere allineata con tutti per funzionare, ma sfortunatamente non avevamo abbastanza tempo per far funzionare tutto".

    INVESTIMENTI - "Abbiamo dovuto mettere in media 10 milioni di euro al mese, ma i capitali di cui aveva bisogno in origine il club erano molti meno. Abbiamo dovuto investire più capitale nella società, nel club. Era molto più di quanto ci aspettassimo. In un certo modo, il nostro budget era un numero e la dirigenza avrebbe fatto meglio nel generare entrate e nel risparmio dei costi, che avrebbe bilanciato parte del budget originale".

    ATTACCHI - "Penso che alla fine si siano comportati in maniera diversa nei nostri confronti. Se non ricordo male, a febbraio 2018, chiesi a una delle persone di Elliott se loro fossero stati diretti responsabili della messa in atto di quegli attacchi mediatici e se avessero voluto prendersi il club. Ovviamente l'ha negato".

    ELLIOTT - "Avevamo sentito della reputazione di Elliott, ma non sai mai se i report sono reali finché non conosci qualcuno. Le storie potevano essere messe su dalla concorrenza, ci sono diverse ragioni per cui queste storie esistono. Non ero sicuro che le storie fossero vere... fino alla fine! Preferisco prendere le persone e dare loro la possibilità di mettersi alla prova. Se si fossero comportati perfettamente, tutto quello di cui avevamo bisogno era il rifinanziamento del debito. Ma questo non è accaduto come ci aspettavamo, non è andata liscia come ci aspettavamo".

    PIANI - "La nostra intenzione era di riportare il club in alto, il Milan era rimasto in silenzio molto tempo e dovevamo cambiare le cose. Siamo rimasti molto sorpresi quando abbiamo visto il bilancio, le entrate provenienti dalla Cina erano quasi nulle. Allo stesso tempo eravamo entusiasti, dato che ci siamo resi conto che potevamo davvero fare qualcosa per portare ricavi dalla Cina al club. Sarebbe stato un ottimo punto di partenza per riportare il club sulla giusta strada, ovviamente c'erano molti altri elementi da gestire, ma quella era la nostra intenzione e la nostra idea".

    RAMMARICO - "È stato un vero peccato, avevamo piani e idee chiari, che non erano i ricavi tradizionali. Perché se in quel momento non eravamo abbastanza bravi da competere con gli altri grandi club sui ricavi tradizionali, dovevamo muoverci in modo intelligente. Le idee che avevamo erano creative, molto diverse per il mondo del calcio. Non era solo merchandising, diritti TV, stadio, era molto di più".

    DIRIGENTI - "Penso che i dirigenti del Milan non si siano davvero resi conto che, sebbene sia ancora un club molto importante, il club conta sempre di meno fuori dall’Italia. C’è molto meno legame tra i tifosi all’estero e il Milan, perché non partecipa più abitualmente alla Champions League".

    INCUBO - "Mi sono svegliato e l'incubo era reale, non era un sogno. Pensavo: 'Altri 10 milioni di euro la prossima settimana?'. 'Cosa succederà con il default?' e 'Cosa succederà dopo quello?'. C'erano molte cose che stavamo affrontando, e non abbiamo avuto rispetto per quello. Volevamo solo rispettare i tifosi e la cultura italiana. Avremmo potuto mettere dirigenti tutti cinesi, ma non l'abbiamo fatto per rispetto. Non volevamo che i tifosi pensassero che volevamo rubare da loro, non volevamo sentimenti negativi verso di noi. Per questo abbiamo messo dirigenti italiani, ma questo è stato usato da alcune persone, per via della nostra gentilezza e onestà. È stata usata contro di noi. Ero così sotto stress che ho ancora cicatrici sui miei pollici dove premevo con le unghie. È lo stesso per Mr Li".

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