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  • Hellasmania: "Addio sogni di gloria"? La pausa ora cade a pennello

    Hellasmania: "Addio sogni di gloria"? La pausa ora cade a pennello

    • Alessandro Righelli
    "Addio sogni di gloria, addio castelli in aria", cantava un magistrale Claudio Villa, interpretando la famosissima canzone di Luciano Virgili. Parafrasando queste rime e adattandole alla situazione odierna del nostro Verona, sembrano davvero descrivere al meglio l'umore e il sentimento di molti tifosi. Ieri l'Hellas ha infatti confezionato un sonoro 0-2 contro l'Atalanta; certo, non una squadra proprio delle ultime file, ma con la quale comunque si poteva azzardare almeno una migliore prestazione. Nulla di tutto ciò invece, a parte qualche spunto nel finale e qualche lieve fiammata di Zaccagni, la squadra di Juric è stata praticamente addomesticata dall'Atalanta in tutte le zone del campo. La difesa ha patito come un flagello la presenza di un sontuoso Zapata, con un Ceccherini che non ha capito praticamente nulla. L'attacco invece, praticamente inesistente: Barak annullato sul nascere, Veloso incespicava tra sé e sé, mentre Lasagna continua a non dimostrare quello per cui è stato preso. 

    Un quadro insomma che fa mal sperare, dopo una stagione nella quale tutti, a livello nazionale, si erano anche esaltati di fronte a un magico Hellas che stava lì tra le grandi, frutto di un miracolo di Juric che dura almeno dall'anno scorso. Ma pur sempre di miracolo si tratta, o c'è davvero qualcosa di concreto e sensibile? La curva delle prestazioni sta drasticamente calando e non è un caso che insieme ad essa corre parallela quella della tenuta fisica della squadra. Anche ieri con l'Atalanta infatti si è notato un affaticamento generale, che ha portato la compagine di Juric ad essere tanto più sfilacciata, quanto confusa e poco produttiva. Sembrano lontani i tempi di quel Verona rombante, per usare questa figura futurista, dove il gioco era davvero corale e i ritmi erano sempre molto intensi. Certo, non ci si poteva aspettare che si andasse sempre ai mille all'ora, ma qualcosa sembra effettivamente essersi inclinato, perché una frenata brusca come questa, certamente non va bene. 

    Le giustificazioni più o meno valide e i motivi li si analizzerà più avanti, quando si avranno tutti gli elementi per farlo. L'allenatore, alla luce anche dei tanti infortuni avuti, sta lavorando al massimo con quello che ha, cercando anche di cambiare a gara in corso gli ingranaggi della rosa e questo è già una nota positiva, simbolo che non si stanno tirando i remi in barca. La sosta ora cade a pennello, perché per la squadra c'è bisogno di un lauto riposo per riprendere, si spera, almeno metà dei ritmi di prima, a fronte di un finale di campionato nel quale si dovrà mettere nero su bianco dove si vuole andare per l'anno prossimo. Praticamente finiti i sogni di un'Europa che tanto sembrava alla portata, ora c'è l'estremo bisogno di definire una volta per tutte il futuro di una squadra che vuole crescere e che ha tutte le caratteristiche e potenzialità per farlo. Una pausa quindi che dovrà essere dedicata al recupero delle forze e poi, quel che sarà, sarà, e alla fine si faranno tutti i conti del caso, uomo per uomo, questo è certo: si vedrà infatti se i castelli sono stati costruiti in aria o con solide fondamenta.

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