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  • Hellasmania: pausa mondiale, pausa di riflessione

    Hellasmania: pausa mondiale, pausa di riflessione

    • Alessandro Righelli
    La pausa mondiale è arrivata, o meglio, è finalmente arrivata, accompagnata da un enorme respiro, intenso e duraturo. Una liberazione? Questo sicuramente è la speranza comune. Certo è che questa sosta deve servire all'intero movimento Hellas Verona, dagli undici in campo sino alla proprietà, per riflettere molto sulle condizioni attuali di questo club e sul futuro che si vuol costruire. Insomma, questo mese e mezzo deve servire a tutti, nessuno escluso, per meditare sulla proprio lavoro e per cercare una via d'uscita da intraprendere immediatamente per uscire da una situazione tra le peggiori mai vissute nella storia della società.

    Partiamo innanzitutto dalla squadra e dall'allenatore. Tutto il gruppo, al di là dei problemi tecnici, deve ritrovare sicuramente una fiducia che da troppo tempo oramai manca in tutti gli elementi. Certamente, lato giocatori, aver visto un cambio di allenatore avvenuto in un momento molto critico della prima parte della stagione, può aver destabilizzato certi rapporti. Ad esempio in campo, alcuni giocatori abituati prima a fare meglio una certa fase, hanno dovuto rivedere la propria posizione. Vedi Thomas Henry, il quale ha trovato molto più spazio ad inizio campionato con Cioffi, per poi essere messo da parte con Bocchetti. La difesa poi, reparto molto in difficoltà in questa prima fase, non è ancora riuscita a trovare una quadra sotto l'aspetto tattico, presentandosi molto disomogenea sia nelle marcature sia nelle fasi prettamente difensive. Tanti errori di concentrazione e di attenzione hanno portato a troppi gol subiti. Lato allenatore invece, e qui parliamo specificatamente dell'ultimo seduto sulla panchina gialloblù Stefano Bocchetti, ha ereditato una squadra con il morale ai minimi storici, che avrebbe le potenzialità per giocarsela con le dirette avversarie, ma che non riesce a tenere una partita per tutti i 90'. A mio avviso l'allenatore dovrà soprattutto lavorare su questo aspetto, ossia di ritrovare la capacità della squadra di rimanere in partita per tutto il corso della gara, soprattutto se quest'ultima è a proprio vantaggio. Sono stati troppi infatti i gol presi nel secondo tempo, con ribaltamenti di risultato gravi e inspiegabili.

    Veniamo poi alla società, sulla quale più volte abbiamo commentato le azioni e le parole. La situazione però è immutata, con il Presidente Setti che se da una parte dimostra il suo dispiacere e la sua "sofferenza" davanti ad una creatura che non riesce a rialzarsi, ma che dall'altra deve fare ancora quel passo concreto e oramai necessario per dare davvero una scossa a questa squadra. La speranza è che tutta la società si sieda ad un tavolo e si chiarisca innanzitutto sul futuro prossimo di questo club, soprattutto a livello economico. C'è volontà di investire risorse importanti per mantenere nella massima serie il Verona, oppure non vi è tale intenzione o possibilità? Bene, qualora ci sia, allora l'augurio maggiore è di vedere un mercato invernale se non da protagonista, quantomeno da società che si muove molto sul fronte ingressi: completamente l'opposto di ciò che si è visto in estate. Attenzione però, con queste parole non si intende giusto spendere e spandere, ma utilizzare le risorse disponibili in modo preciso ed oculato. Le priorità le elencheremo nel prossimo editoriale, per ora ribadiamo l'importanza di calcolare con precisione tutte le mosse da fare per cambiare definitivamente strada.

    In ultimo, ma non meno importante, tutti questi "compiti" devono essere eseguiti in un ambiente di massima sintonia, all'unisono. L'Hellas in questo momento non si può permettere spaccature interne, perché se la nave affonda tutti devono remare per salvarsi. Ecco quindi che sarà fondamentale un coordinamento tra tutte le sezioni del club, dai giocatori che scendono in campo, sino al Presidente Setti. Pena, la chiusura dei giochi già in inverno. Sarà possibile tutto questo? C'è ancora margine di tempo per cambiare rotta, ma ora e mai più. 

     

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