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  • I 5 giocatori flop del 2014

    I 5 giocatori flop del 2014

    • ADG
    Il 2014 si avvia alla sua conclusione: è stato un anno che ha messo in evidenza nuovi elementi a livello mondiale, così come diversi fuoriclasse si sono confermati ad altissimi livelli, vincendo sia trofei personali che di squadra. Ma è stato anche un anno di delusioni, di flop, di promesse non mantenute: in questa analisi, Calciomercato.com ha voluto selezionare un novero di 5 giocatori, etichettati come coloro che più hanno deluso durante l'anno solare, da gennaio a dicembre. Non si tratta di una valutazione dei peggiori colpi di mercato, bensì di una scelta effettuata tra i calciatori dai quali ci si aspettava parecchio durante questa stagione, ma che per varie motivazioni non sono riusciti a mantenere le promesse fatte, siano esse di definitiva esplosione o di riscatto.

    Ecco dunque i CINQUE GIOCATORI FLOP del 2014:


    5) RADAMEL FALCAO, attaccante, Colombia (Monaco/Manchester United): si è trattato di un annus horribilis per El Tigre, che invece si era distinto per un 2013 da incorniciare. Un flop sicuramente condizionato dalle problematiche fisiche che hanno imperversato dall'inizio alla fine e perseguitato non poco l'attaccante colombiano: un anno sfortunato, iniziato male, proseguito malissimo e finito peggio. C'è stato subito il grave infortunio al ginocchio in Coppa di Francia, che lo ha costretto a saltare tutta la prima parte dell'annata: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro durante un match contro una squadra di quarta serie francese. Poi c'è stato il disperato ma inutile tentativo di recupero per i Mondiali: Pekerman lo ha inserito nell'elenco dei preconvocati, senza poi poterlo effettivamente mai schierare in Brasile. Infine il difficoltoso adattamento a Manchester: il bilancio? Sette gol in tutto il 2014 (con 7 mesi di stop peraltro) e appena 2 dall’arrivo a Old Trafford. Sicuramente il 2015 sarà migliore.


    4) GERARD PIQUE', difensore, Spagna (Barcellona): gli ultimi mesi sono stati un susseguirsi di notizie che hanno visto il giocatore al centro di episodi quantomeno discutibili, che lentamente lo hanno portato all'esclusione dai titolari fissi del Barcellona di Luis Enrique. Il litigio in pieno stile "voi non sapete chi sono io" con la Guardia Urbana, rea a suo avviso di aver multato ingiustamente il fratello fuori da una discoteca, ha dato modo alla stampa iberica di cavalcare l'onda di un presunto malumore dello spagnolo, confermato già in estate dalla compagna Shakira. Ma per il difensore anche i mesi precedenti non erano stati certo da incornicare: l'annus horribilis del Barcellona, per la prima volta dopo tanto tempo a "zero tituli", le voci su un suo presunto ritorno in Inghilterra. E il flop della Spagna al Mondiale in Brasile. Dopo anni di splendore e fortuna, sembra che la Dea Bendata nel 2014 abbia guardato ben poco verso la Catalogna.


    3) MARIO GOMEZ, attaccante, Germania (Fiorentina):  un’onda lunga di entusiasmo si era profusa per Firenze, per quello che avrebbe dovuto essere il colpo ad effetto dei Della Valle, capace di attirare allo stadio Franchi, per la sua presentazione ufficiale, il 15 luglio 2013, oltre ventimila supporters. Una operazione da quasi venti milioni di euro per il cartellino e oltre 2,5 milioni di euro per l’ingaggio, di fatto un vero e proprio record per i Viola: la punta titolare del Bayern Monaco e della nazionale tedesca avrebbe dovuto fare faville in Toscana. Purtroppo sappiamo tutti come è andata: il grave infortunio al ginocchio, datato ancora 2013. Il difficile rientro, i nuovi problemi fisici e le porte che sembrano stringersi, dinnanzi all'ormai pachidermico centravanti ex Stoccarda. Pochi sorrisi nel 2014: la sua nazionale, la Germania, trionfa nel Mondiale brasiliano, e Mario, una volta titolare inidscusso, osserva da casa. I gol sbagliati, gli errori sottomisura, la difficoltà nelle movenze: in attesa del 2015, Mario Gomez si è rivelato se non l’acquisto peggiore per la Viola, sicuramente fra i top in quanto a saldo negativo, ovvero spesa effettuata/resa ottenuta.


    2) FERNANDO TORRES, attaccante, Spagna (Chelsea/Milan): solo due lampi in un altro anno buio, il gol da ex all’Atletico in semifinale di Champions e la promettente prestazione di Empoli. Cambiano i compagni di squadra, ma non cambia la solfa: il Nino è triste, spaesato e finisce a fare la riserva prima di Schürrle, Eto’o e Demba Ba, poi addirittura di Menez e Pazzini. Doveva essere uno dei fuoriclasse in grado di rianimare la Serie A quasi priva di campioni di livello internazionale. Si è rivelato forse uno dei più grandi bidoni dell'epoca moderna per i colori rossoneri, dai tempi di Ricardo Oliveira. La caratteristica che più ha stupito i supporters rossoneri, tanto da non essere per nulla dispiaciuti per lo scambio di mercato con Cerci dell'Atletico Madrid, è stata l'accidia della punta di Madrid, la non voglia di sovvertire quella sfortuna e quell'impotenza che sembrano ormai essersi impossessate persino della sua anima. Un giocatore irriconsocibile, se si pensa al campione di Liverpool: un altro anno da dimenticare, l'ennesimo, e la paura che di questo passo, ce ne siano ben pochi davanti, per quanto concerne la carriera di calciatore. Madrid potrebbe essere la cura.


    1) MARIO BALOTELLI, attaccante, Italia (Milan/Liverpool): 20 milioni di euro spesi dal Liverpool per prenderlo dal Milan, dopo un Mondiale fallimentare. L'ennesima promessa di fiducia in un attaccante che ha dimostrato, quando sta bene ed è concentrato, di poter essere tra i migliori al mondo: già, ma quando sta bene ed è concentrato? Il ritorno in Inghilterra, dopo una prima parte dell'anno da dimenticare in rossonero, è stato finora da incubo:  al di là dei comportamenti più o meno censurabili fuori dal campo, Balotelli ha deluso soprattutto per quanto non è riuscito a fare sul rettangolo di gioco. Poca corsa, numeri impietosi, non solo per un attaccante: un gol in Fa Cup, uno in Champions League, zero in campionato. Per colui che era stato accolto come l'erede di Luis Suarez, non proprio il massimo, per usare un eufemismo. E poi tanti atteggiamenti sbagliati, troppe gaffe, tante parole e poche prestazioni convincenti, un Mondiale in cui doveva essere la star pronta a trascinare l'Italia, e invece si è rivelato la zavorra. La paura, non solo per tutti gli italiani, ma per gli amanti del calcio in generale, è che il 2014 possa essere ricordato come l'anno del definitivo tramonto di quella che sarebbe potuta diventare una delle stelle più luminose di tutto il firmamento calcistico: la stella, ormai ridotta a lumicino, di Mario Balotelli. A meno che l'Inter...
     

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