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  • I 6 Mondiali, Antognoni, l'amicizia con Riva: addio a Fino Fini, l'istituzione a Coverciano

    I 6 Mondiali, Antognoni, l'amicizia con Riva: addio a Fino Fini, l'istituzione a Coverciano

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Era emozionato alla festa dei novant’anni. Una festa in casa, perché il centro tecnico di Coverciano era casa sua. Ma l’emozione non lo aveva stordito. Fino Fini continuava a raccontare il suo calcio, la sua storia, le sue idee. Era un’istituzione a Coverciano. O meglio, era l’istituzione. Ci aveva trascorso tutta la sua vita, prima come medico della Nazionale, poi come direttore del centro. E’ stato medico degli azzurri per vent’anni, dal ‘62 all’‘82, è stato campione d’Europa con l’Italia di Valcareggi e campione del Mondo con Bearzot. Ha vissuto fallimenti e glorie, ha toccato il fondo e il vertice, sempre insieme a quella maglia. Ha fatto 6 Mondiali. Ha diretto il centro tecnico di Coverciano dal ‘67 al ‘96 e nel 2000 ha inaugurato il Museo del Calcio, il suo sogno realizzato, il suo gioiello.

    Il giorno dei novant’anni era circondato dagli azzurri di ogni epoca. C’erano De Sisti («gli auguro quanto meno il centenario», gli disse Picchio e non c’è andato poi così lontano), Giancarlo Antognoni, Alberto Di Chiara, Enrico Chiesa, il padre di Federico, che fu sorpreso dalla sua straordinaria lucidità. C’era anche Carolina Morace che ricordava di averlo conosciuto quando aveva debuttato in Nazionale, a 14 anni. E c’erano anche i “figli” del suo presidente e del suo ct, Francesco Franchi e Furio Valcareggi. Fu una bella festa.

    Fino andava orgoglioso dell’amicizia con Gigi Riva. Raccontava spesso il giorno in cui i due divennero davvero amici. Fu per merito di un ceffone. «Eravamo a Londra, per un torneo della Nazionale Juniores, Gigi aveva 18 anni. Accadde negli spogliatoi dello stadio del Fulham, il Craven Cottage, alla fine di una partita che, se l’avessimo pareggiata, ci avrebbe dato la qualificazione. Durante quella partita, due ragazzi della nostra squadra litigarono in campo e il tecnico di allora, Giuseppe Galuzzi, li fece uscire tutt’e due. Così perdemmo. Negli spogliatoi Riva era imbufalito, tirò un cazzotto a uno specchio proprio davanti a me e io gli mollai un sonoro manrovescio. Lui mi abbracciò e cominciò a piangere. Nacque così la nostra amicizia».

    Per noi cronisti di Firenze è stato un riferimento. L’ho conosciuto all’inizio della mia carriera, più di quarant’anni fa, quando a Coverciano venivano ad allenarsi le nazionali giovanili, la Juniores di Italo Acconcia e la Under 21 di Azeglio Vicini. Fini ne ha viste tante di quelle partitelle, accanto a Ferruccio Valcareggi e a Sandro Selvi, lo storico massaggiatore della Nazionale campione del mondo. Altri personaggi, altri tempi, altro calcio, queste sono botte di nostalgia. Fino, riposa in pace.

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