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  • I 73 anni dalla tragedia di Superga: il ricordo di Torino

    I 73 anni dalla tragedia di Superga: il ricordo di Torino

    • Andrea Piva
    Settantatré anni fa, il 4 maggio 1949, la fine del grande Torino nella tragedia di Superga. Oggi il calcio italiano e mondiale ricorda e omaggia una squadra leggendaria, tra le più forti di tutti i tempi. Giornata particolare ed emozionante a Torino, con la città ferma tra preghiere, cerimonie, canti, poesie e rappresentazioni teatrali: il ricordo si chiuderà in tarda serata con l’illuminazione  della Mole Antonelliana, simbolo della città. A causa del Covid negli ultimi due la consueta commemorazione a Superga, con squadra e tifosi insieme, non c’è potuta essere, anche per questo la voglia di esserci da parte del popolo è stata ancora più grande. 

    LA GIORNATA - Già dal mattino è iniziato il pellegrinaggio verso il Colle, che durerà fino a sera: davanti alla Lapide che ricorda le 31 vittime dell’incidente di quel maledetto 4 maggio 1949 migliaia di persone si sono fermati per un ricordo, una preghiera o per depositare un fiore. Un mazzo di fiori lo ha portato anche il presidente della Regione  Piemonte, Alberto Cirio: “Il Grande Torino è un patrimonio di ogni essere umano, travalica ogni regione, ogni paese. Oggi tutti siamo granata”. Alle 17.03 (l’ora dello schianto, di quel 4 maggio si è tenuta la celebrazione religiosa alla Basilica, poi Andrea Belotti ha letto i nomi dei caduti. Prima di tornare al pullman, tanti autografi e foto per tutti i calciatori, i più acclamati sono stati Gleison Bremer e ovviamente il Gallo, a cui in tanti gli hanno chiesto di restare. 

    ALLO STADIO - ​Emozionante e pieno di significato il ricordo dei tifosi: nel piazzale antistante l’ingresso allo stadio Filadelfia, è stato affisso lo striscione con la scritta “Grande Torino lo squadrone patrimonio eterno di questa nazione”. Il tecnico Juric e Andrea Belotti sono stati tra i più acclamati dalla squadra, fin dal riscaldamento.

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