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  • Ibrahimovic  nervoso e inconcludente: ha ancora in testa Lukaku

    Ibrahimovic nervoso e inconcludente: ha ancora in testa Lukaku

    • Daniele Longo
    Missione compiuta, anche se con qualche patema di troppo. Il Milan, campione d'inverno, riprende il volo con una bella vittoria sul campo del Bologna. Rafael Leao non è più una sorpresa e ha convinto anche da trequartista, Franck Kessie ha giganteggiato a centrocampo cancellando la brutta prova offerta contro l'Atalanta. E con Fikayo Tomori, altro colpo interessante dal mercato, il Diavolo potrebbe aver sistemato la difesa ( complici i problemi fisici di Kjaer). Forse distratto da una settimana di aspre polemiche Zlatan Ibrahimovic, unica nota stonata di un pomeriggio più che positivo per i rossoneri.

    SCORIE POST DERBY - Dall'eterno Zlatan Ibrahimovic era lecito aspettarsi una reazione diversa all'episodio che lo aveva visto protagonista in negativo nel derby. L'attaccante svedese è sceso in campo condizionato dal recente scontro fisico e verbale con Romelu Lukaku. Questo nonostante la difesa netta e forte di Paolo Maldini nel pre-partita a Sky: "Ibra era dispiaciuto per aver lasciato la squadra in dieci. Io credo che comunque abbia difeso i suoi compagni che sono stati aggrediti da Lukaku senza ragione. Però davvero abbiamo parlato troppo di questa cosa. Siamo pronti a difendere in ogni modo il nostro giocatore, il razzismo non ha nulla a che vedere con Ibra". Il gigante di Malmoe non è stato il solito leader ammirato per tutto il 2020: si è divorato due palle-gol davanti a Skorupski, ha commesso qualche fallo di troppo oltre e si è lamentato spesso con i compagni. 

    ANCORA RIGORISTA? - Negli oltre vent'anni di carriera Zlatan Ibrahimovic ha fatto leva sul proprio ego. Una spinta a lavorare sempre al massimo, a migliorarsi giorno dopo e giorno. Cercando nuove sfide e nuovi rivali. Talvolta però questo grandissima considerazione di sé si è rivelato un boomerang che torna indietro. Vuole sempre dimostrare, nonostante i 40 anni e i tanti titoli ottenuti, di non avere punti deboli. Per questo si è incaricato della battuta di due dei tre calci di rigore concessi al Milan nelle ultime tre partite: a Cagliari aveva fatto centro, oggi ha fallito il quarto sui sette totali da lui calciati. Chissà che dalla prossima non lasci definitamente la battuta a un cecchino come Franck Kessie. Il primo passo, però, sarà quello di mettersi alle spalle la storia con Lukaku.

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